"Riteniamo che il Governo, a fronte della responsabilità derivante dall’assegnazione di frequenze che oggi si vorrebbero revocare, debba adottare, senza indugio, iniziative finalizzate alla risoluzione della problematica, nell’ottica della compatibilizzazione tra gli impianti eserciti in Italia e quelli dei Paesi confinanti.”
E’ questo il pensiero dell’associazione Aeranti-Corallo – esposto in occasione del suo consesso annuale romano – per tramite del suo coordinatore Marco Rossignoli, sull’argomento attualissimo della prossima disattivazione degli impianti tv incompatibili con le emissioni interferenziali. Tema peraltro oggetto di palpabili ampi e diffusi malumori tra gli operatori televisivi verso le proprie rappresentanze sindacali, indiscutibilmente responsabili di aver sottovalutato le problematiche sottese alla superficiale assegnazione di frequenze palesemente a rischio interferenziale da parte del Ministero dello Sviluppo Economico sotto la gestione di Paolo Romani. Secondo il sindacalista, “Il Ministero dovrebbe segnalare all’Agcom, ai fini della ripianificazione che la stessa deve attuare, esclusivamente le frequenze oggetto di situazioni interferenziali non eliminabili. In tale ottica, proponiamo che il Ministero avvii tavoli tecnici, con il coinvolgimento anche delle Regioni interessate e di rappresentanti delle Amministrazioni estere, per esaminare ogni situazione di criticità e per individuare, anche attraverso sopralluoghi e misurazioni radioelettriche sul campo, le misure tecniche da adottare per la compatibilizzazione degli impianti.” Sul punto il viceministro allo Sviluppo Economico con delega alle Comunicazioni Giacomelli si è reso disponibile al confronto, anche se – coscienziosamente – ha evitato nella maniera più assoluta di dare rassicurazioni agli operatori su eventuali positivi esiti, nella consapevolezza di non poterle mantenere (atteso il vincolo di rimuovere – senza se e senza ma – ogni turbativa agli stati confinanti entro la fine del corrente anno), mostrando un evidente cambio di atteggiamento rispetto alle discutibilissime gestioni ministeriali precedenti. Sul tema dei contributi per il diritto di uso delle frequenze, attualmente oggetto di una consultazione pubblica da parte di Agcom, Rossignoli, ha espresso un giudizio assolutamente critico sul relativo schema di provvedimento, in quanto i criteri ivi previsti generano importi assolutamente insostenibili per l’emittenza locale, evidenziando come esso disattenda "il contenuto dell’articolo 17, comma 2 del Testo Unico dei Servizi di Media Audiovisivi e Radiofonici in base al quale l’Autorità avrebbe dovuto uniformare gli importi previsti per le diffusioni su frequenze terrestri in tecnica analogica a quelli previsti per le diffusioni in tecnica digitale. Occorre, inoltre, considerare che l’articolo 34 del Codice delle Comunicazioni elettroniche, prevede l’applicazione agli operatori di rete anche di diritti amministrativi per l’autorizzazione generale di cui sono titolari e che gli importi previsti da tale norma, oltre a non essere calati nella realtà del settore, sono insostenibili per l’emittenza locale”. (M.L. per NL)