"Sapevamo che l’Autorità cosiddetta "Garante delle Comunicazioni", è nelle mani delle lobby dei grossi gruppi italiani di comunicazione.
Sapevamo che L’Autorità è nominata dai Partiti Politici dai quali dipende". Il j’accuse viene dal Comitato Radio Tv Locali (CRTL) e si riferisce alla (contestata da più parti) decisione dell’Agcom di riscrivere i criteri di assegnazione della numerazione automatica dei canali del digitale terrestre a seguito delle sentenze del Consiglio di Stato che avevano annullato la previgente Delibera Agcom 366/10/CONS, introducendo tuttavia delle modificazioni che, francamente, non appaiono in linea con le indicazioni fornite dal supremo organo di giustizia amministrativa. La posizione del CRTL è fortemente critica verso l’operato dei principali sindacati del settore televisivo: "E’ a tutti nota la posizione delle due associazioni di categoria: FRT e Aeranti-Corallo “in favore” dell’Autorità e del Ministero per mantenere le posizioni LCN della delibera annullata dal Consiglio di Stato. Al TAR del Lazio si costituirono ad adiuvandum (…). Il risultato di tutto questo era prevedibile: l’Agcom, grazie all’aiuto di quelle organizzazioni, ha rifatto il regolamento LCN penalizzando ancora di più l’emittenza locale a vantaggio dei gruppi privati dell’emittenza nazionale". Ora il CRTVL invita le tv locali (i cui forti malumori sono stati registrati in questi giorni da questo periodico) a concordare con esso una "nuova azione legale contro il rinnovato “imborglio LCN” e per la battaglia parlamentare per un’Autorità audtenticamente indipendente, svincolata dai partiti e dalle lobby". (M.L. per NL)