Nel futuro degli operatori di rete locali (cioè le attuali emittenti) c’è una sola prospettiva concreta: si chiama televisione ad alta definizione (HD). Tutto il resto sono illusioni, chiacchere o pura demagogia.
Infatti, nessuna emittente locale (comprese le maggiori) è oggi in grado di moltiplicare la propria offerta televisiva. Il massimo della proposta possibile è già presente in analogico; quindi, al più, si potrà contare su un programma (di qualità) sul digitale. Anche l’opportunità dell’intermuxing tra editori locali per ampliare copertura e offerta, o la cosiddetta "tv di servizio", lascia il tempo che trova: gli utenti – è ormai ben chiaro – vogliono altro dalla televisione (per tutto il resto c’è Internet). Con l’avvento di Tivù, la guerra con Sky diventerà serratissima e si gareggerà ad armi pari. Ad identica diffusione (il sat è democratico), l’appeal lo determinano solo i contenuti. E allora, posto che, allo stato dell’evoluzione tecnologica, per veicolare via terra un programma HD serve l’intera capacità trasmissiva digitale (1 canale/1 programma), potrebbero venire utili le risorse radioelettriche dei carrier locali. Anche se quella è tutta altra cosa che attività editoriale.