Martedi scorso si è tenuta, presso la sede di Roma dell’Agcom, l’audizione dell’Associazione Tv Locali Frt sulla revisione ed il completamento del Piano Nazionale di Assegnazione delle Frequenze.
"Nel corso della riunione – rende noto la federazione in una nota – il Presidente Maurizio Giunco ha ribadito le contestazioni dell’Associazione Tv Locali FRT, sollevate più volte, nei confronti delle delibere 300/10/CONS, 475/10/CONS, 603/10/CONS, 330/11/CONS, 423/11/CONS, 542/11/CONS e 93/12/CONS della Agcom". In particolare Giunco ha rilevato che il mandato conferito dalla legge all’Agcom "è limitato all’adeguamento dei piani di assegnazione delle frequenze delle Regioni Sardegna, Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Lazio e Campania (corrispondenti alle aree tecniche 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 12, 13 e 16) con la sola soppressione dei canali 61-69 Uhf (fermi restando quindi tutti gli altri canali precedentemente pianificati per l’emittenza televisiva locale) nonchè alla pianificazione, per l’emittenza televisiva locale, delle frequenze della banda 174-230 Mhz (compatibilmente con le altre utilizzazioni)". "Il documento sottoposto a consultazione da parte dell’Agcom, invece, "consiste in un vero e proprio nuovo e articolato piano di assegnazione delle frequenze (in violazione delle suddette previsioni normative) anziché in un adeguamento nei termini sopraindicati". "Su questo punto – spiega la FRT – Giunco ha evidenziato che qualsiasi modifica frequenziale che interessi le imprese televisive locali, effettuata dopo alcuni anni dalla transizione digitale avrà effetti devastanti sulle televisioni locali determinandone, di fatto, la “cancellazione” delle stesse dall’etere, in quanto l’utenza (per lo più incapace di intervenire sui ricevitori tv senza l’ausilio di un tecnico) molto difficilmente procederà alla risintonizzazione dei canali anche in considerazione del fatto che la programmazione nazionale (integrata anche da numerose nuove offerte) non sarà interessata dalla problematica, visto che le variazioni di canale riguarderanno solo le tv locali. Nell’audizione è stato ricordato che la legge 31 luglio 1997, n. 249 prevede “la riserva in favore dell’emittenza televisiva in ambito locale di un terzo dei canali irradiabili per ogni bacino di utenza; ulteriori risorse possono essere assegnate all’emittenza locale successivamente alla pianificazione”. "Inoltre – prosegue la federazione – la delibera n. 181/09/CONS prevede che un terzo delle reti sia riservato alle emittenti televisive locali e che la conversione delle esistenti reti televisive locali analogiche in reti digitali pianificate debba essere necessariamente effettuata nel rispetto delle disposizioni normative che prevedono, l’assegnazione di almeno un terzo delle risorse trasmissive disponibili al comparto locale". Per Giunco, "tale disposizione non è stata rispettata in quanto la capacità di copertura e la compatibilità interferenziale con i Paesi esteri (e quindi la qualità) delle frequenze disponibili per le trasmissioni televisive digitali via etere terrestre non è identica. E’ del tutto evidente, per il Presidente dell’Associazione Tv Locali FRT, che la suddetta riserva a favore dell’emittenza locale debba essere prevista non solo in termini quantitativi, ma anche in termini qualitativi. Infine sono state anche segnalate alcune problematiche scaturenti dai cambi di canali alle tv locali in alcune aree del nord Italia". (E.G. per NL)