Confconsumatori denuncia il mancato rispetto delle preferenze degli utenti, la penalizzazione delle tv locali e l’impossibilità di personalizzare l’ordine dei canali.
La Televisione digitale avanza ma rischia di travolgere le emittenti locali che, schiacciate dalla concorrenza delle grandi emittenti nazionali e relegate ai canali più alti nella numerazione rischiano di soccombere. È il caso della pugliese Telenorba, che quest’anno affronterà il passaggio al digitale e, considerato il trattamento di emittenti locali in altre regioni in cui si è già verificato lo switch off, tra riduzione di contributi, frequenze scadenti e perdita di mercato pubblicitario rischia di chiudere i battenti. Il pericolo per i consumatori è, dunque, quello di perdere la possibilità di essere informati sui fatti e le notizie sulla propria realtà locale: si tratta insomma di una violazione degli interessi collettivi dei consumatori disciplinati dal Codice del Consumo. Per questo Confconsumatori ha presentato un intervento ad adiuvandum del ricorso promosso da Telenorba dinanzi al Tar contro Agcom e Television Broadcasting System s.p.a. chiedendo l’annullamento della delibera n. 366/10/CONS con la quale è stato approvato il piano di numerazione automatica dei canali della televisione digitale terrestre. «La delibera – spiega l’avvocato Antonio Pinto, legale rappresentante di Confconsumatori – assegna alle emittenti private locali i canali dal 10 al 19, anziché i numeri dal 7 al 9, storicamente utilizzati dalle emittenti locali, e ora assegnate alle emittenti nazionali generaliste». La Delibera Agcom viola apertamente e in maniera del tutto arbitraria le disposizioni legislative in materia, come spiega Pinto: «La disposizione normativa (D.lgs. 177/2005), ha sancito, fra gli altri, tre principi fondamentali in favore dei consumatori utenti: 1) il diritto al riordino dei canali; 2) la garanzia della semplicità d’uso del sistema di ordinamento automatico dei canali; 3) il rispetto delle abitudini e preferenze degli utenti, con particolare riferimento ai canali generalisti nazionali ed alle emittenti locali; 4) il diritto al pluralismo dell’informazione, anche nella sua particolare declinazione del diritto ad essere informato sugli accadimenti della propria realtà locale». Accanto al problema dell’assegnazione dei canali vi è quello del riordino manuale che potrebbe effettuare il singolo utente: «sono in possesso – afferma Pinto – di perizia tecnica giurata che dimostra come in Puglia i nuovi decoder LCN impediscono materialmente tale riordino perché, anche dopo la modifica, ogni giorno automaticamente si ripristina l’ordine iniziale di Agcom». «Intendiamo – annuncia Pinto – avviare un processo per azione inibitoria per chiedere che vengano rispettate, come previsto dalla legge, “le abitudini e le preferenze degli utenti”, nel rispetto del pluralismo dell’informazione televisiva». (AGI)