Il Piano delle frequenze adottato dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni in Toscana "non comporta e non prevede penalizzazioni specifiche per l’emittenza locale".
Almeno questo è il punto di vista del Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Stefano Saglia, che il 20/09/2011 ha risposto ad un’interpellanza urgente (n. 2-01202) presentata da Riccardo Mazzoni del PDL e controfirmata da 34 onorevoli dello stesso partito. "Secondo il Sottosegretario per le 40 tv locali attualmente operanti in Toscana la riduzione del numero delle frequenze da 27 a 18, di cui solo 4 utilizzabili a livello regionale, e i problemi di interferenza con la Francia sono problemi facilmente superabili con lo spostamento degli impianti di trasmissione delle tv locali attualmente posizionati sul Monte Serra, Roselle, Argentario e sugli altri siti principali – sottolinea a riguardo la Federazione Radio Televisioni (FRT) in una nota – Peccato che nessuno ha spiegato a Saglia che, per poter continuare a vedere le tv locali che si dovranno spostare, bisognerebbe convincere anche i cittabini a riorientare le antenne delle loro abitazioni sui nuovi siti, pena l’oscuramento totale". Per il Presidente dell’Associazione Tv Locali della stessa FRT, Maurizio Giunco, la risposta di Saglia "è imbarazzante e lascia allibiti in quanto fornisce la misura della superficialità con cui le Istituzioni stanno governando il processo di digitalizzazione in Italia". "Evidentemente" – continua Giunco – "nessuno si è preoccupato di informare l’On. Saglia che, al di là degli ingenti costi che l’emittenza locale dovrebbe sostenere per il trasloco degli impianti da una postazione ad un’altra, non sarà possibile servire città come Livorno, Pisa e Grosseto, solo per citarne alcune, da siti posizionati in direzioni opposte alle antenne di ricezione presenti nelle abitazioni dei cittadini". Secondo Giunco, l’Agcom continua a non applicare la legge perchè anche in Toscana, non ha riservato almeno un terzo delle frequenze pianificabili all’emittenza locale. "La riserva del terzo a favore delle tv locali – spiega l’esponente FRT – non può essere intesa in senso numerico ma deve necessariamente essere intesa in senso qualitativo. In Toscana solo 4 frequenze regionali (quindi sotto i limiti previsti dalla legge) su 18 hanno pari caratteristiche a quelle riservate alle tv nazionali, le altre sono fortemente limitate dai conflitti interferenziali con la Francia e, di conseguenza, non utilizzabili pienamente. L’esempio pratico di Livorno e Pisa riportato da Mazzoni nell’interpellanza, rende l’idea di quanto sia importante ai fini della qualità della frequenza la postazione da cui si trasmette: l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ipotizza di coprire Livorno e Pisa da "un’altra postazione non definita e al momento non esistente – afferma Mazzoni – va sottolineato che nel settore televisivo, a differenza del radiofonico e del telefonico, le postazioni devono essere poste in direzione di puntamento delle antenne. A Livorno e Pisa, ad esempio, tutte le antenne sono rivolte in direzione monte Serra. Sette frequenze delle diciotto non potranno essere accese a monte Serra per non disturbare la Francia. Una emittente potrebbe accendere l’impianto, ad esempio, sull’isola d’Elba in direzione Livorno-Pisa. Il servizio teorico ci sarebbe, ma le televisioni sarebbero di fatto oscurate, poiché le antenne sono appunto rivolte in direzione opposta". (A.M. per NL)