50 mln di euro in meno per i 5 mux e le torri di Persidera per colpa del futuro incerto che aleggia sul DTT a seguito dell’avvicendamento dell’IP per la fruizione dei contenuti televisivi al di là dei deprezzamenti patrimoniali?
Secondo l’agenzia Radiocor (Sole 24 Ore) il fondo di investimenti F2i presenterà oggi a Telecom Italia una nuova offerta vincolante per acquisire, per poco meno di 250 mln di euro, i 5 mux DTT dell’operatore di rete Persidera e la relativa infrastruttura tecnica.
Il deal e’ però sottoposto a possibilità di veto da parte del Gruppo GEDI, socio di minoranza (30%) di Persidera che gode di un diritto di prelazione sulla vendita della quota della società in capo a TIM (70%), che già una volta aveva impedito la concretizzazione dell’affare con F2i, che in quell’occasione operava in joint venture con Rai Way.
Ricordiamo che l’alienazione dei multiplexer di Persidera conseguiva all’obbligo antitrust UE imposto a Vivendi, socio di controllo di Telecom Italia, vincolante però solo sino al cambiamento nel maggio 2018 della governance societaria di TIM, che vede ora a capo il fondo Elliott, contingenza che non rendeva più necessaria la cessione (salvo ulteriori cambiamenti negli assetti).
Nondimeno, successivamente a tali fatti TIM aveva avviato altre trattative, le principali delle quali con I Squared (una società di private equity focalizzata sugli investimenti infrastrutturali globali che investe in energia, servizi pubblici e progetti di trasporto in Nord America, in Europa e seleziona economie ad alta crescita, come l’India e la Cina) che offriva 250 mln di euro e di nuovo con Rai Way, che ne offriva 200, ma solo per le infrastrutture tecniche, non potendo acquisire i diritti d’uso DTT essendo già al limite ex lege di 5 mux.
Sebbene in quel frangente il socio GEDI avesse formalizzato la preferenza per l’offerta di Rai Way, posto che i diritti d’uso venivano valutati 100 mln, portando quindi la proposta a 300 mln complessivi, quindi 50 in più di quelli offerti da I Squared, la nomina di Luigi Gubitosi a novembre come a.d. di Telecom Italia aveva riportato in alto mare le trattative. Salvo l’ennesimo colpo di scena del febbraio scorso, quando, in occasione della presentazione del nuovo piano industriale di TIM, era stata resa nota una nuova trattativa con F2i.
Vedremo se ora sarà la volta buona, anche se tale nuova proposta – dalla quale non si comprende se sul piano sostanziale (cioè al netto dei correttivi contabili) ad essere svalutati siano stati i diritti d’uso o il towering (entrambe le ipotesi potrebbero trovare giustificazione in un imminente futuro che vede il DTT in crisi rispetto alla veicolazione di contenuti tv su IP) – potrebbe non ricevere l’assenso di GEDI, considerato che genererebbe un ricavato di 50 mln inferiore rispetto alle attese del mercato e soprattutto degli azionisti. (E.G. per NL)