La cessione di La7 e Mtv pesa sui conti di TI Media. La società ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con una perdita di 128 milioni di euro, contro i 53,8 milioni dello stesso periodo dello scorso anno, in linea a quanto atteso dagli analisti (Kepler Cheuverux si aspettava un rosso di 135 milioni).
"Il dato – ha fatto sapere la stessa società – comprende l’impatto negativo per la cessione di La7, perfezionata il 30 aprile scorso, pari a 125,1 milioni e per la vendita di Mtv Italia pari a 8,4 milioni, perfezionata il 12 settembre 2013". I ricavi del periodo sono rimasti praticamente stabili a 56,2 milioni (+0,2%) mentre i margini hanno subito un calo: l’ebitda è diminuito di 2,8 milioni a 26 milioni rispetto all’anno scorso e l’ebit è sceso da 8,9 milioni a 4,7 milioni. E’ migliorata però la situazione debitoria con l’indebitamento finanziario netto passato a 273,1 milioni dai 285,3 milioni al 30 giugno. "Il nostro attuale assetto industriale – ha commentato il presidente di TI Media, Saverio Salvemini – consente di focalizzarci al meglio sull’operatore di rete Timb che conferma buoni risultati e la capacità di rinnovarsi e di arricchire l’offerta di servizi alla propria clientela. Prosegue peraltro il nostro impegno nello studio di possibili iniziative industriali che portino a una maggiore valorizzazione degli asset e a creare ulteriore valore per il gruppo". Per quanto riguarda le previsioni per il resto dell’anno, TI Media ha previsto il mantenimento dell’attuale livello di occupazione di banda (circa 98%) dell’operatore di rete Timb e si attende per la fine dell’anno risultati in linea con quelli del 2012 (ricavi consolidati pari a 222,3 milioni, ebitda negativo per 44,8 milioni la chiusura dello scorso esercizio). Il cda ha inoltre preso atto dei principali lineamenti del piano 2014-2016: ebitda positivo per l’intero periodo, cash flow positivo e indebitamento finanziario netto in diminuzione a partire dall’anno prossimo. A Piazza Affari i principali catalizzatori del titolo sono una ricapitalizzazione della società a seguito della riduzione del patrimonio netto in mano agli azionisti (in calo di 70 milioni alla fine dello scorso giugno), ma, soprattutto, l’annunciata operazione con il gruppo L’Espresso. La joint venture con il gruppo multimediale di Carlo De Benedetti (per cui il digitale terrestre potrebbe non essere più core, quantomeno in forma diretta) prevede la creazione (probabilmente attraverso una newco) del principale network provider nazionale indipendente, con in pancia 5 mux (due multiplexer conferiti dall’operatore Rete A e tre da TI Media) in aperta concorrenza sul mercato della vendita di capacità trasmissiva con Mediaset e RAI. (M.L. per NL)