Secondo indiscrezioni raccolte da questo periodico, il Mise sarebbe indifferente agli allarmi lanciati dagli operatori a riguardo del pericolo (che ormai è certezza a causa dei ritardi accumulati) di arrivare a ridosso dello switch-off del Nord Italia (settembre 2021) senza una situazione tecnico-amministrativa definita. Anzi, come se non bastassero quelli fin qui accumulati, altri pasticci si profilano all’orizzonte. Come quello di indire bandi a rate per i fornitori di servizi di media audiovisivi. Ipotesi foriera di pericolose sperequazioni.
La sintesi dell’ovvio
Giunco (Confindustria Radio Tv) alla riunione del Tavolo Tv 4.0 tenutosi presso il Ministero dello Sviluppo Economico ha messo in guardia: è a rischio il rilascio della banda 700 nei tempi previsti dalla legge.
La mancata emanazione del previsto DM “indennizzi”, per il rilascio definitivo delle frequenze e i ritardi nelle assegnazioni delle frequenze (con le problematiche relative a diritti d’uso, graduatorie dei fornitori dei servizi media audiovisivi – FSMA – locali e attribuzioni dell’LCN) richiedono di intervenire urgentemente per rendere possibile l’avvio del passaggio al nuovo PNAF a partire dal 01/09/2021.
“In particolare – ha spiegato Maurizio Giunco, presidente dell’Associazione Tv locali di Confindustria – è necessario che tali procedure siano attuate contemporaneamente per tutte le Aree Tecniche derogando dalle tempistiche definite dalle linee guida.
Senza assegnazione preventiva delle frequenze dei mux areali gli attuali operatori non spegneranno
“In assenza di reti operative per la messa a disposizione di capacità trasmissiva ai FSMA in ambito locale e in assenza delle nuove numerazioni LCN (per le quali sta partendo una protesta nazionale da parte di alcuni grandi gruppi locali, di cui daremo conto nei prossimi giorni, ndr) non potrà essere avviato il processo di rilascio delle frequenze da parte delle emittenti locali” ha dichiarato Giunco.
La strada vecchia
Come noto, la Road Map (DM 19/06/2019) ha stabilito l’avvio del processo di transizione con il rilascio anticipato dei canali da 50 a 53 a partire dal 1° gennaio 2020 fissando il passaggio al nuovo PNAF a partire dal 1° settembre 2021 nelle Aree Geografiche 2 e 3.
Ad oggi sono stati pubblicati gli esiti dei bandi per l’assegnazione delle frequenze nell’area geografica 2, ed è ancora in corso il bando per l’area geografica 3, e debbono ancora essere bandite le gare per le aree geografiche 1 e 4.
Ritardi accumulati impongono un ripensamento immediato delle tempistiche
“L’Associazione delle TV Locali aderente a CRTV richiede l’immediata emanazione dei restanti bandi per l’assegnazione dei diritti d’uso per le aree geografiche 1 e 4 e l’assegnazione di tali diritti al più tardi entro il 28 febbraio 2021“, si legge in una nota inviata ieri sera a NL da Confindustria.
I bandi FSMA tutti insieme, non a rate
L’emanazione di tutti i bandi per la formazione delle graduatorie FSMA per tutte le aree tecniche deve avvenire al più presto, “con la formazione delle relative graduatorie entro il 15/04/2021. Solo tali tempistiche consentiranno l’emanazione dei bandi per l’assegnazione delle nuove numerazioni LCN e la loro assegnazione in tempi ragionevoli per evitare ricadute disastrose all’intero comparto televisivo locale”, spiega Confindustria.
Il riferimento è ad un’altra indiscrezione raccolta da NL: il rischio di frammentazione dei bandi per gli FSMA locali, che rischierebbe di creare disparità di trattamento tra le emittenti. Basandosi sui requisiti ex DPR 146/2017 (il regolamento per i contributi), il rischio di una pubblicazione graduale dei bandi (come per gli operatori di rete) è che gli anni fiscali assunti a riferimento siano diversi per regione (a causa della sopravvenuta approvazione dei bilancio 2020), determinando sperequazioni. (M.L. per NL)