Secondo giorno di switch off in Veneto, tocca alla parte centro-meridionale della provincia di Vicenza. Ma qui, come nelle zone che hanno spento il segnale analogico ieri, nelle province di Venezia, Verona, Treviso, Padova e Rovigo, continua a regnare il caos, come del resto abbondantemente annunciato.
I problemi sono sempre gli stessi: l’installazione dei decoder, la sintonizzazione dei canali per i televisori con decoder incorporato, la mancanza di antennisti e, non ultimo, le truffe dei falsi antennisti. Con la domanda che impazza, infatti, sono stati segnalati moltissimi casi di truffe ai danni dei cittadini, con sedicenti antennisti, funzionari Rai e o del Ministero che si recano, porta a porta, a casa della gente, con la scusa di un controllo (e data la situazione di panico, molta gente li accoglie), e chiedono fino a 100 euro per dare uno sguardo al funzionamento dell’impianto, oppure vendono finti decoder non funzionanti. L’allarme è stato lanciato da Adiconsum, che si sta impegnando in una campagna informativa capillare, itinerante, tra i comuni del Veneto, per supplire alla mancanza d’informazione da parte delle autorità locali. L’opposizione al Governo Regionale di Luca Zaia, infatti, ha fatto montare in questi giorni una protesta contro l’“immobilità” della Giunta, rea d’aver gestito malissimo il periodo precedente allo switch off, e di essere una delle cause principali dell’attuale caos. I motivi? Essenzialmente due: l’assenza d’informazione per i cittadini e la mancata richiesta di un rinvio dello spegnimento del segnale analogico, avvenuto in piena crisi post-alluvione. “Avevo richiesto in aula che il Veneto chiedesse con forza a Roma di rinviare lo switch-off anche a causa dei problemi collegati all’alluvione”, tuona il consigliere regionale del Pd, Piero Ruzzante, sentito da “Oggi Treviso”. Poi accusa: “Quella del passaggio al digitale terrestre in Veneto è stata una partita gestita malissimo, e tra i massimi responsabili dei disagi che stanno vivendo molti cittadini e tante tv locali c’è chi governa la Regione”. “In primo luogo – continua – il governo regionale doveva provvedere ad una campagna informativa capillare, soprattutto rivolta alle persone più anziane, su tempi e istruzioni d’uso per affrontare senza problemi il passaggio dall’analogico al digitale. Poi nulla è stato fatto per avvisare gli utenti sul rischio di truffe o speculazioni come quelle che si stanno registrando in questi giorni, con antennisti più o meno professionisti che chiedono fior di quattrini solo per aiutare la gente a sintonizzare i nuovi canali”. In Veneto, intanto, è giunta Eva Spina, dirigente del dipartimento comunicazione del Ministero, e cuore della task force per il passaggio al digitale, di cui si è occupata sin dagli esordi in Sardegna. La dirigente, che si trova nella sede del quartier generale dello switch off veneto, a Mestre, intervistata questa mattina dal “Corriere del Veneto”, ha predicato pazienza. “In questa giornata – ha detto – ci sono tantissime chiamate di chi ha il decoder ma non sa installarlo e di chi deve risintonizzare la televisione col decoder incorporato”. “Qualche problema – ha continuato – potrà venire dal Friuli-Venezia Giulia, dove lo switch-off viene fatto il 3, che potrà provocare delle interferenze. Altri problemi possono esserci in quelle zone dove già prima non si vedeva bene: sono in vendita dei decoder che si chiamano Tivù Sat in 3-4 modelli. E anche questo è oggetto di contributo statale”. Enrico Borghi, presidente dell’Unione Comunità Montane, intanto, ieri ha lanciato un allarme, richiedendo contributi mirati per zone montane dove il divario digitale è più marcato. Questo mentre le emittenti locali si fanno in quattro per cercare di aiutare i cittadini (che le subissano di telefonate) a effettuare autonomamente l’installazione dei decoder o la sintonizzazione dei canali. Domenico Basso, direttore di Antennatre, ha parlato di “centralini bollenti” e di un “telespettatore trasversale” che chiama per chiedere aiuto perché non riesce a vedere nulla. Ermanno Chasen, di Triveneta, lancia poi l’allarme per il problema delle interferenze, perché non tutte le emittenti si sono ancora attrezzate con la tecnologia sfn (Single frequency network). “A ogni emittente sarà data una sola frequenza. – dice – Se sconfina in una zona con un altro ripetitore si interferiscono. Per dire: se accendo sui colli Euganei può interferirsi con i colli Berici. Per evitare che avvenga lo scontro bisogna utilizzare la tecnica Sfn”. Ma non tutti ne sono provvisti, al momento. Come si vede, quindi, la regione è nel caos e si prevede una settimana di fuoco. Dopo lo switch off delle province di Venezia, Verona, Treviso, Padova, Rovigo e parte di quella di Vicenza, domani sarà la volta della parte settentrionale della provincia vicentina, venerdì 3 toccherà al Friuli e dal 6 al 10 dicembre completerà il quadro del Veneto la provincia di Belluno, assieme agli ultimi comuni del vicentino e del padovano. (G.M. per NL)