"Il sistema televisivo italiano, soprattutto quello locale, è allo sbando e gli imprenditori, da Nord a Sud, da quelli passati al digitale terrestre a quelli che si apprestano a farlo, sono esasperati dai numerosi adempimenti burocratici e dalle inefficienze delle Istituzioni che ormai hanno raggiunto livelli insostenibili nonchè inaccettabili".
Lo denuncia in una nota la Federazione Radio Televisioni (FRT), secondo la quale "E’ stato ripetutamente, e da più parti, rilevato come il processo di digitalizzazione sia stato contestato tanto nelle scelte normative e regolamentari quanto negli aspetti organizzativi. Le tante criticità emerse nel corso di questi anni, evidenziate dalla FRT con spirito costruttivo e collaborativo, sono per lo più rimaste senza soluzione. Una di queste, per esempio, è quella di assegnare i diritti d’uso alle tv locali solo poche ore prima della data fissata per lo spegnimento degli impianti anologici. E’ incredibile come in tutti questi anni il Ministero non sia riuscito ad organizzarsi, nonostante la buona volontà e l’impegno di alcuni dirigenti e funzionari, per ovviare a questa grave inefficienza. Manca la volontà politica di dotare le strutture preposte di adeguati mezzi e risorse. In genere, con il passare del tempo, meccanismi e processi tendono ad affinarsi e a migliorare. Purtroppo nel nostro Paese non è così. Infatti anche per l’Abruzzo, i diritti sono stati assegnati venerdì scorso con lo switch-off a partire da oggi". L’ente esponenziale pone poi l’accento sull’effettivamente vergognosa procedura adottata dal MSE-Com per la transizione al digitale del Molise. "Il Ministero ha pubblicato sul proprio sito internet la graduatoria provvisoria per l’assegnazione delle frequenze del Molise sabato 5 maggio fissando la scadenza per la presentazione delle osservazioni alle ore 20 di domenica 6 maggio!", osserva la FRT. "In periodi di prosperità le storture del sistema venivano assorbite dai bilanci in utile delle aziende, ma con il perdurare della più profonda crisi economica degli ultimi ottant’anni anche un piccolo ritardo o una decisione inoppportuna può determinare la morte di un’impresa", continua il portatore di interesse diffusi, secondo il quale "Il livello dello scontro tra imprese e Stato è ormai altissimo". Un esempio ne è il provvedimento cautelare monocratico n. 1562/2012 assunto dal TAR Lazio il 3 maggio scorso, con il quale l’organo giurisdizionale romano ha sospeso il Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 14/12/2011, relativo alla fissazione delle date di switch-off dell’area tecnica 11 (il prossimo 23 maggio ci sarà la trattazione in sede Collegiale dell’istanza cautelare per la conferma o meno della sospensione). "Il ricorso – ricorda la FRT – è stato promosso da una emittente televisiva locale che ha chiesto, in particolare, l’emanazione del provvedimento cautelare al fine del riesame del decreto impugnato da parte del Ministro dello Sviluppo Economico affinché quest’ultimo fissi le nuove date dello switch off nell’area tecnica n.11 sul presupposto che dovrebbe intercorrere un intervallo di almeno tre/quattro mesi tra la data di rilascio dei diritti di uso delle frequenze e la data di inizio di tale switch off. Nel ricorso si evidenzia, tra l’altro, che nonostante la fissazione dello switch off dell’area 11 a partire dal 7 maggio 2012, il Ministero non ha ancora provveduto al rilascio dei diritti di uso delle frequenze di trasmissione. Viene inoltre evidenziato che in relazione a ciò la situazione è insostenibile per la tv ricorrente sia che la stessa ottenga l’assegnazione di tali diritti di uso, sia che venga esclusa da detta assegnazione. Infatti, nell’ipotesi di assegnazione, non sarebbe possibile realizzare lo switch off nelle date previste dal decreto ministeriale impugnato poiché non vi sarebbe il tempo per progettare la nuova rete di trasmissione (sulla base delle assegnazioni frequenziali ricevute), per procedere all’acquisto degli impianti, per chiedere le autorizzazioni urbanistiche, ambientali e igienico sanitarie. Nel ricorso si spiega inoltre che la tv ricorrente, in mancanza di sospensiva sarebbe stata costretta a spegnere gli impianti analogici alla data prevista dal decreto ministeriale impugnato, cessando le relative trasmissioni senza potere, allo stesso tempo, attivare gli impianti digitali prima di alcuni mesi, con ogni evidente conseguenza", conclude la Federazione Radio Televisioni. (E.G. per NL)