Niente da fare. La soluzione per i famigerati impianti ex art. 30 c. 1 D. Lgs 177/2005 (gli impianti dei comuni, delle comunità montane e delle province che garantiscono l’illuminazione televisiva in aree disagiate) è allo studio da parte dell’ufficio legislativo del MSE-Com, ma non è dietro l’angolo.
Così, ad ogni switch-off, ecco comparire lo spettro dell’oscuramento delle cosiddette "valli laterali": è accaduto nel Piemonte occidentale (vaste aree della provincia di Cuneo sono ad oggi tv ko); si è riproposto puntualmente prima in Trentino e poi nell’Alto Adige ed è tragicamente atteso per il Lazio. Questa volta, però, un passo in più è stato fatto. Come avevamo anticipato su queste pagine, nell’area di Rieti, ad elevatissimo rischio di buio televisivo, la concessionaria pubblicata ha stipulato un accordo con la Provincia "Per la promozione dell’accesso ai servizi della televisione digitale terrestre nelle aree montane, dove esistono impianti di radiodiffusione di proprieta` di comuni e comunita` montane che ripetono in tecnica analogica i programmi Rai". Lo ha reso noto la stessa tv pubblica con un comunicato nel quale spiega che essa "si impegna a studiare le modalita` piu` opportune di supporto alla digitalizzazione in queste aree montane, proponendo ai gestori di questi impianti la fornitura in comodato d’uso gratuito degli apparati radioelettrici per la ripetizione del segnale digitale del Multiplex 1 della Rai". "La Rai – spiega la nota – svolgera` una adeguata campagna promozionale informativa alla cittadinanza, attraverso la sua programmazione regionale". Il problema però è sempre quello della pezza giustificativa all’esercizio, cioè quella benedetta autorizzazione che gli Ispettorati territoriali del MSE-Com non possono rilasciare prima che sia risolto il conflitto di norme imperative.