Le Regioni esprimono preoccupazioni sulla questione dell’assegnazione delle frequenze alle emittenti locali e sollecitano un confronto a livello politico tra governo e Agcom sull’uso effettivo dei canali.
Nel corso dell’ultima seduta della Conferenza delle Regioni i governatori, a questo proposito, hanno approvato un documento nel quale sottolineano che per le Regioni le emittenti locali ”rappresentano un importante patrimonio per la loro identità culturale ed economica, indispensabile per un sistema radiotelevisivo pluralistico e democratico. Pertanto è indispensabile garantire la loro sopravvivenza” come del resto previsto dal Piano nazionale di assegnazione delle frequenze (PNAF). Quest’ultimo individua 25 reti televisive nazionali digitali terrestri e almeno 13 frequenze, in ciascuna area tecnica, per le emittenti locali. Ma mentre le frequenze destinate alle emittenti nazionali sono quelle assegnate, a livello internazionale, in via esclusiva all’Italia – quindi canali concretamente utilizzabili su tutto il bacino – l’utilizzo di quelle destinate alle emittenti locali – scrivono i governatori – ”non è garantito, in quanto tali frequenze sono da reperire tra quelle già assegnate, sempre a livello internazionale, agli Stati esteri affacciati sull’Adriatico, dunque a rischio di interferenze”. L’assegnazione alle sole emittenti nazionali delle frequenze che oltreconfine sono destinate all’uso esclusivo dell’Italia fa dunque fortemente preoccupare le Regioni e le televisioni locali, in quanto proprio queste ultime sono così a rischio di sopravvivenza. Inoltre, senza garanzie concrete di utilizzo dei canali a loro assegnati, le emittenti locali si troverebbero ad affrontare nuovi investimenti con il rischio di interferenze. Di qui l’idea di costituire un tavolo tecnico delle Regioni adriatiche e di quelle eventualmente interessate per affrontare in modo condiviso e coordinato la questione dell’assegnazione delle frequenze alle emittenti locali, e di chiedere un confronto immediato a livello politico tra Governo e Agcom per rivedere la delibera e assicurare garanzie alle emittenti locali sull’uso effettivo delle frequenze. (fonte ANSA)