Quando, un anno fa, avevamo iniziato a mettere in guardia i fornitori di servizi di media audiovisivi (FSMA) sulle conseguenze di uno switch-off fondato su una pianificazione accademica che si sarebbe scontrata con una realtà fattuale ben differente, più d’uno aveva bollato i nostri allarmi come gufismi.
Già nella mattina dell’8 marzo, giorno dello switch-off nell’area calda (impianti da Valcava), invece, i sudori freddi hanno cominciato a scorrere lungo la schiena di FSMA ed operatori di rete locali. Le cose, infatti, non stavano andando affatto come si pensava.
Fatto: la direzione delle antenne riceventi
Già nel 2017 scrivevamo che le pianificazioni delle risorse radioelettriche areali avrebbero dovuto (come per le nazionali) tenere in debita considerazione la direzione delle antenne riceventi, in quanto erano gli operatori a doversi adattare alla situazione degli utenti e non viceversa.
Essenzialità del servizio delle locali
E ciò tantopiù che, diciamocelo francamente, non è che nel 2022 ricevere le tv locali sia così essenziale per molti telespettatori. Soprattutto se per il loro servizio le nazionali problemi particolari non ne registrano. In altri termini, se ci sono bene; ma spendere soldi per rincorrerne la sintonizzazione, anche no.
Fatto: SFN, non sempre funziona
Le maggiori lamentele dei FSMA in questi primi giorni riguardano la rete di 1° livello n. 2 della Area Tecnica 03 (Lombardia e Piemonte orientale), canale UHF 34 di Rai Way, che avrebbe lasciato all’oscuro centinaia di migliaia di utenti in vaste aree della Lombardia centrale, come quelle tra le province di Bergamo, Brescia, Cremona e Lodi. Ma problemi si registrano anche in Brianza, Pavia e Milano. Secondo alcuni operatori la motivazione sarebbe la difficile sincronizzazione dei diffusori costituenti la rete single frequency network.
Fatto: i centralini
Non pare, invece, soffrire dei problemi di Rai Way la rete di 1° livello n. 1 UHF 22 di EI Towers, che però pagherebbe lo scotto dei problemi dei centralini d’antenna soprattutto milanesi, che in moltissimi casi filtrano il canale impedendone la ricezione (situazione che, beninteso, affligge anche il canale UHF 34 di Rai Way).
Antennista, pensaci tu!
Si confida negli interventi degli antennisti. Ma siamo sicuri che – soprattutto in un momento di rincari generalizzati come questo – il rifacimento degli impianti sarà avvallato dai condomini per ricevere le tv locali? Vale il discorso fatto prima.
Fatto: chi la fa, l’aspetti
E, per la legge del contrappasso, i centralini fanno invece passare il canale UHF 21 della rete di 1° livello dell’AT01, Piemonte, presumibilmente ricevuta dal Monte Giarolo (Al), nella direzione dello storico impianto UHF 23 di RAI da Monte Penice.
La rivincita della rete bistrattata
Cioè quella rete tanto bistrattata nell’area di confine, con tensioni notevoli tra FSMA lombardi e piemontesi a riguardo dei conflitti LCN di cui abbiamo dato conto. Bene, a partire dall’8 marzo, molti milanesi sintonizzavano i canali piemontesi e non quelli lombardi, oppure dovevano gestire i conflitti LCN.
Conflitti LCN fino a Torino
Chi la fa l’aspetti, rispondono le tv dell’AT01, che pure avevano evidenziato numerose criticità (come l’installazione di impianti delle reti AT03 nel cuore del Piemonte, con conseguenti conflitti LCN anche nelle province di Cuneo, Asti e Torino) in un tavolo tecnico disposto dal Mise lunedì scorso, alla vigilia dello switch-off. Che aveva portato ad un nulla di fatto.
Azioni legali
La situazione è molto grave per taluni FSMA radicati su territori oscurati che – a quanto risulta a NL – starebbero valutando azioni verso i network provider cui intendono contestare il sostanziale mancato servizio garantito contrattualmente. (E.G. per NL)