Con la posticipazione di 15 giorni del termine per la presentazione delle domande per gli operatori di rete areali, è altamente improbabile che – come si era inizialmente ipotizzato – per fine febbraio 2021 possano essere pubblicati i bandi per i fornitori di servizi di media audiovisivi (FSMA) locali.
Le previsioni della L. 205/2017
L’art. 1 c. 1034 della L. 205/2017 prevede infatti che “Al fine di determinare i soggetti che possono utilizzare la capacità trasmissiva (…) il Ministero dello sviluppo economico avvia le procedure per predisporre, per ciascuna area tecnica (…) una graduatoria dei soggetti legittimamente abilitati quali fornitori di servizi di media audiovisivi in ambito locale che ne facciano richiesta (...).
Capacità disponibile
In altri termini, per definire quanti soggetti possono collocarsi utilmente in graduatoria occorre prima conoscere la capacità trasmissiva disponibile. Ed è inverosimile che in 15 giorni il Ministero possa processare tutte le domande dei network provider che saranno presentate a questa unica tornata finale. Che, a quanto risulta a questo periodico, non saranno poche. Soprattutto a riguardo dei bandi di 2° livello.
Il prosieguo
Sennonché, il predetto c. 1034 dell’art. L. 205/2017, prosegue: “In linea con la sequenza di rilasci e attivazioni di frequenze nell’arco del periodo transitorio dal 1º gennaio 2020 al 31 dicembre 2021 nelle aree geografiche di cui al comma 1032, lettera a), le procedure di cui al presente comma si concludono nel periodo dal 30 ottobre 2019 al 30 giugno 2021”.
Entro il 30/06/2021 il quadro operativo deve essere definito
Conseguentemente, entro il 30/06/2021 l’elenco dei fornitori di contenuti areali che avranno diritto a trovare ospitalità sui nuovi mux dei network provider destinatari dei diritti d’uso già assentiti (in Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige) o che lo saranno dopo il 15/02/2021, dovrà essere definito.
Al netto delle incognite
Possiamo quindi già tirare qualche conclusione, pur alla presenza di alcune variabili. Quale, ad esempio, l’assegnazione dei diritti d’uso dei bandi di 2° livello che in casi eclatanti, come la Lombardia, qualche volta sono andati deserti (saranno bandite ulteriori gare in limine?).
Tutti insieme, ma non appassionatamente
La prima conclusione, dicevamo, è che i bandi areali per i FSMA (diversamente da quanto era stato annunciato pubblicamente dallo stesso Ministero a giugno 2019) saranno pubblicati tutti insieme.
Sarà una bolgia
Sì, perché, a grandi linee, i titoli locali rilasciati sino ad ora dal Mise sono circa 4000.
Non è dato di sapere se tutti questi titoli parteciperanno ai bandi areali. Anche se appare improbabile, considerato che diversi sono solo “di carta” e, soprattutto, molti fanno capo ai medesimi soggetti.
Il rischio dei pluriautorizzati
Ci sono infatti non poche società che hanno (ancora) la titolarità di diverse decine di FSMA locali.
Poiché la collocazione in graduatoria avverrà sulla base dei requisiti ex DPR 146/2017 è quindi evidente che partecipare ai bandi con più titoli comporterà la frammentazione dei punteggi su più autorizzazioni. Oppure lo sbilanciamento assoluto verso i titoli più pregevoli.
Elenchi indefinitivi
Fatto sta che la mole di domande che pioveranno contemporaneamente addosso ai pochi funzionari del Mise che dovranno elaborarle sarà impressionante. E gli errori, con un quadro siffatto, saranno, purtroppo, inevitabili. Con la solita conseguenza di elenchi fluidi, oggetto di continue revisioni. Come abbiamo visto negli anni passati sia per i diritti d’uso che per contributi ed attribuzioni LCN (a proposito, anche questa è una variabile che per ora però tralasciamo).
Il risultato sarà comunque lo stesso
Una quota rilevante di tali FSMA non si collocheranno utilmente in graduatoria. E questo è un dato di fatto.
E ciò tanto più se, come sembra purtroppo probabile, il numero utile di soggetti trasportabili (cioè il numero utile delle graduatorie) sarà determinato in conseguenza della capacità trasmissiva disponibile in H264 e non in H265, come ipotizzato dall’inizio da Agcom.
37 contenuti sui mux di 1° livello in H265
Facciamo due conti per comprendere la portata della questione.
Ogni mux areale di primo livello T2 potrebbe trasportare 37-38 canali (la teoria parla di 40) da 1 MB in H265/HEVC (capacità considerata sufficiente per un contenuto SD di discreta qualità video) per i mux di 1° livello e circa 18-19 (la teoria parla di 20-21) per i mux di 2° livello.
18 contenuti in H264
Ovviamente qualora si utilizzasse il formato H264 (mpeg4) – obbligatorio da settembre 2021 a mente della road-map ministeriale – la sostenibilità sarebbe di circa la metà (quindi 18-19 per i mux di 1° livello e 9-10 per quelli di 2° livello).
Graduatorie FSMA calcolate in H264
E’ pertanto lapalissiano che se le graduatorie verranno definite sulla base della capacità disponibile in H264 sulla scorta del fatto che il parco ricevitori sarebbe inadeguato a ricevere il formato H265 alla data dello switch-off dell’ultimo quadrimestre 2021, avremo il 75% degli FSMA oggi assentiti che non potrà trovare spazio.
Centinaia di ricorsi al TAR all’orizzonte
Ed è altrettanto scontato che il TAR Lazio sarà sommerso da una valanga di ricorsi. (M.L. per NL)