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Roma – La televisione digitale terrestre non è morta e se è moribonda non si deve lasciar morire: queste le direttrici seguite dal Governo che ha inserito nell’ormai imminente Legge Finanziaria un contributo di 120 milioni di euro al DTT.
L’idea è di suddividere questi fondi in 40 milioni l’anno per il 2007, il 2008 e il 2009. Al contrario di quanto accaduto in passato, quando i dobloni per il DTT erano sostanzialmente indirizzati a favorire l’acquisto dei decoder da parte degli italiani, in questo caso gli stanziamenti sono ad ampio raggio e pensati per cercare di dar vita ad un comparto che fin qui con le proprie gambe non ha fatto molta strada.
L’articolo 122 della Finanziaria prevede che questi fondi servano a “incentivare la produzione di contenuti di particolare valore in tecnica digitale; incentivare il passaggio al digitale terrestre da parte del titolare dell’obbligo di copertura del servizio universale; favorire la progettazione, realizzazione e messa in onda di servizi interattivi di pubblica utilità diffusi su piattaforma televisiva digitale; favorire la transizione al digitale da parte di famiglie economicamente o socialmente disagiate; incentivare la sensibilizzazione della popolazione alla tecnologia del digitale”.
Sebbene l’esatta ripartizione dei fondi nonché tutte le condizioni per accedervi saranno decise con successivo decreto del ministro delle Comunicazioni, il Governo con questi finanziamenti ribadisce l’intenzione di investire sulla televisione digitale ritenendola essenziale anche per la veicolazione di servizi di pubblica utilità.
A testimoniare questa propensione alla conservazione dei mercati televisivi grazie ai soldi dell’Erario, è anche il fondo speciale messo in campo dall’articolo 187 della Finanziaria, che prevede stanziamenti per 30 milioni di euro per le emittenti televisive locali, un contributo da distribuire nel corso dello stesso triennio.
Emittenti che com’è ovvio sono più che soddisfatte, come ha segnalato la ALPI (Associazione emittenti locali) per bocca del suo presidente Luca Montrone: “Si tratta di un segnale importante, un primo passo che ci avvicina all’obiettivo, tra l’altro previsto dal programma del Governo, che punta a potenziare il ruolo dell’emittenza locale per garantire un vero pluralismo dell’informazione, ma soprattutto per dare una voce alle aziende locali, che attraverso la pubblicità dei propri prodotti, possono crescere, aumentare la produttività e creare nuovi posti di lavoro”.