Per il direttore di Sportitalia Michele Criscitiello, alla base del favore ottenuto dalla nuova versione dell’emittente ci sono idee, giovani e conti in regola: “Ben Ammar, è un esempio da seguire”.
Ha da poco spento la sua prima candelina la nuova Sportitalia, regalandosi – per la prima volta nella sua burrascosa storia – un sostanziale pareggio di bilancio, con 1,4 mln di fatturato in 12 mesi e appena 30 mila euro di rosso. “Un risultato molto buono – spiega Criscitiello al quotidiano ItaliaOggi – soprattutto se si pensa che questo era il primo anno, con tutti i problemi legati a una start-up: telecamere, scenografie, luci, touch screen, tutti investimenti che non dovremo più fare nei prossimi esercizi”. Ma facciamo un passo indietro: Sportitalia, lo ricordiamo, ha cambiato gestione editoriale dallo scorso 2 giugno 2014, passando dalla società EDB di Bruno Bogarelli alla Micri Communication di Michele Criscitiello, per 10 anni già volto di punta dell’emittente. E nel nuovo corso, sono state rivoluzionate parecchie cose: in primis attualmente esiste una società editrice che si occupa solo di Sportitalia, dai cui bilanci si può dedurre il funzionamento del business, inoltre è stato siglato un contratto, operativo proprio da questo mese di giugno, con la concessionaria pubblicitaria Capital (“anche se mi tengo la libertà di chiudere in prima persona accordi commerciali, grazie ai contatti diretti con le aziende” ha sottolineato Criscitiello). L’obiettivo di tutto il nuovo piano strategico è quello di far innamorare l’imprenditore e produttore cinematografico tunisino Tarak Ben Ammar: “lui – spiega Criscitiello, direttore anche di Tuttomercatoweb.com e di Tuttojuve.com – tra il 2005 e il 2008 ha messo un sacco di soldi in Sportitalia. Ora è contento della gestione economico-finanziaria e si impegnerà a trovare un lcn migliore per l’emittente”. Al momento infatti Sportitalia trasmette al 153 del DTT (oltre che al 225 di Sky), una posizione di certo non molto favorevole per gli ascolti del grande pubblico in chiaro, dal momento che fatica a ottenere lo 0,1% medio nelle 24 ore. “Noi andremmo valutati – continua il manager – nella fascia oraria compresa tra le 22.30 e le 2 di notte, e abbiamo picchi di ascolto nei mesi di gennaio e tra giugno e agosto, ovvero quando impazza il calciomercato, che è un nostro format”. Per quel che concerne il futuro dei palinsesti, “vediamo che diritti rimangono. Ora partiamo con i mondiali di rugby under 20, grazie a una operazione realizzata in collaborazione col gruppo Discovery. Poi puntiamo ancora al basket spagnolo, al calcio scozzese e belga, il volley femminile; ci hanno offerto la serie A turca, e ci piacerebbe la pallacanestro italiana”. (V.R. per NL)