Non solo in Italia le frequenze tv costituiscono ormai più dolori che gioie. In Spagna, dalla mezzanotte del 5 maggio sono infatti stati oscurati 9 canali nazionali (su un totale di 24).
La disattivazione è avvenuta in esecuzione della sentenza del Tribunale Supremo (l’equivalente della nostra Corte di Cassazione) di due anni fa (dicembre 2012). In quell’occasione l’organo giurisdizionale spagnolo aveva annullato la procedura di assegnazione delle frequenze tv post switch-off effettuata nel 2010 senza una gara pubblica. Nel merito, il governo Zapatero aveva attribuito ai player esistenti frequenze DTT senza bandire una gara pubblica; detta circostanza era stata censurata dagli operatori Infraestrutura e Gestion 2002 S.L., che avevano presentato appunto ricorso all’autorità giudiziaria. La questione, tuttavia, è ancora magmatica, posto che l’Union de Televisiones Comerciales en Abierto (Uteca), il principale sindacato degli operatori televisivi privati spagnoli, ha impugnato la sentenza del Tribunale Supremo (anche se non è dato di sapere con quale rito, posto che tale organo è l’istituzione di rango più elevato in materia giudiziaria per ciascuno dei quattro diversi segmenti della giurisdizione ordinaria: civile, penale, amministrativo e sociale), per violazione dei diritti degli operatori televisivi e di tutto il settore audiovisivo, determinando – a suo dire – una situazione di insicurezza giuridica senza precedenti a danno sia delle imprese televisive che degli utenti. Va pur detto che l’istanza cautelare per la sospensione dell’efficacia della sentenza controversa è stata rigettata, lasciando così presagire un orientamento negativo da parte dei giudici aditi a riguardo di un riesame con risultati diversi della questione. Tra i canali più importanti Interessati dall’oscuramento: la Sexta 3, Xplora e Nitro (gruppo Atresmedia, frutto della fusione tra Antena 3 e la Sexta); La Siete e Nueve (Mediaset); AXN e due canali di videoshopping di Net TV (Vocento). (E.G. per NL)