La tecnologia DVB-T2, che rottamerà l’attuale digitale terrestre di prima generazione, pur nel cassetto da molti anni, rimarrà in stand-by almeno per un altro anno.
Recependo le condizioni di difficoltà del mercato tv sia dal lato dei broadcaster (che avrebbero dovuto ristrutturare tutte le reti di trasmissione in un momento di penuria finanziaria) che da quello dell’utenza (obbligata a rottamare tutti gli attuali decoder/tv in una fase di recessione economica), nell’ambito del decreto Milleproroghe, è stato rinviato l’obbligo di distribuzione e produzione di televisori in grado di ricevere trasmissioni con il nuovo standard tv; obbligo che avrebbe dovuto decorrere dal 2015, ma che è stato posticipato al 1° luglio 2016, data dalla quale potranno essere fabbricati solo televisori equipaggiati con ricevitori DVB-T2 (l’obbligo di vendita dei tv con il nuovo standard slitta invece al 31 luglio 2017). L’introduzione del DVB-T2, in funzione della ulteriore moltiplicazione degli spazi disponibili (ogni mux potrà veicolare 5/6 canali HD oppure un numero molto superiore agli attuali di canali SD) se, da una parte, determinerà una diminuzione dei costi della capacità trasmissiva (favorendo così l’ingresso di nuovi player o la collocazione dei canali orfani dalla riduzione delle assegnazioni frequenziali), dall’altra, comporterà l’obbligo di riscrivere completamente l’assegnazione dei logical channel number già al centro di una complicatissima bagarre giuridico-giudiziaria. (M.L. per NL)