Per l’Agcom, a cui il consiglio di Stato ha imposto di rimediare alla sfavorevole distribuzione di frequenze TV fatta nel 2009 contro i gruppi Persidera e Europa Way (Europa 7) sarà difficile trovare a breve una soluzione.
Lo ha detto all’agenzia Reuters un componente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni che ha chiesto di rimanere anonimo.
Persidera fa capo al gruppo De Benedetti e a Telecom Italia.
“Da qui al 2020, quando ci sarà il riassetto dopo l’assegnazione delle frequenze per il 5G, è possibile fare qualcosa, ma a breve non ci sono le frequenze per rimediare alla situazione.
Semmai si può immaginare un ristoro economico”, ha detto il componente dell’Autorità di settore rispondendo alla domanda se ci sono margini per dare risposta alle indicazioni della sentenza.
Nel 2009 al momento dell’assegnazione delle frequenze per le trasmissioni in digitale, a Rai e Mediaset, fu consentito di continuare a godere del maggior numero di canali che le due società storicamente gestivano, a scapito di altre emittenti, come Europa e Persidera.
E questo malgrado una sentenza della Corte di Giustizia europea aveva sentenziato che con il trattamento di riguardo ricevuto dai due gruppi questi avessero superato il tetto antitrust.
Il 16 ottobre il consiglio di Stato, accogliendo in parte le richieste dei due gruppi televisivi ha ordinato all’Agcom di tenere conto di quella situazione di squilibrio di partenza e porvi rimedio. I giudici si sono riservati di intervenire di nuovo sulla questione in caso di inerzia dell’Autorità. (E.G. per NL – fonte Reuters)