Il sito San Marino Notizie riporta un articolo piuttosto interessante a riguardo dell’equilibrio radioelettrico DTT esistente a cavallo tra l’Emilia Romagna e le Marche.
Il pezzo riguarda i delicati rapporti politico-economici in essere tra Italia e la Repubblica di San Marino, che, per voce di Antonella Mularoni, Segretario di Stato per le Telecomunicazioni, preannuncia l’impietosa contromisura di San Marino qualora l’Italia interrompesse l’erogazione del contributo di 3 milioni di euro alla propria radiotelevisione. “La collaborazione che è in atto comporta la cessione di 3,5 delle nostre frequenze all’Italia: se tale collaborazione non dovesse continuare è chiaro che ci riprenderemo le nostre frequenze. E troveremo altri partner”, ha riferito la Mularoni. "Trascurando però di aggiungere che due di quelle frequenze (la 26 e la 30), “regalate” con l’accordo del 5 marzo 2008, sono già, con ragionevole certezza, in uso alla RAI addirittura dall’interno del territorio di San Marino, mentre la terza (la 7) lo è in parte, solo perché temporaneamente inservibile", aggiunge il periodico. "Ma quell’accordo – con il quale San Marino si impegnava “a non porre in esercizio parte delle attribuzioni sammarinesi registrate come ‘assignment’ nel Piano di Ginevra 2006, durante il periodo di vigenza”, cosicché “l’Amministrazione italiana le potrà utilizzare nel territorio limitrofo a quello di San Marino”- non è in vigore proprio perché l’Italia non lo ha mai ratificato". "Qual è allora la ragione, giuridica o politica, per cui quelle frequenze sono state comunque attivate da chi non avrebbe potuto farlo?", si chiede il giornale, che chiosa: "E, considerato che le agitiamo a mo’ di intimidazione, sono ancora nella nostra disponibilità oppure no? E se anche lo fossero, chi potrà garantire eventuali nuovi partner – ammesso che se ne trovino – sul fatto che esse siano in grado di illuminare un qualche bacino, visto che il territorio circostante è quello italiano?". (M.L. per NL)