DTT. Salta emendamento su indennizzi per rottamazione canali e ricompaiono 20 mln di contributi per radio e tv locali. A rischio però credito d’imposta su spot

emendamento, metodo

Dopo il pressing di eri è saltato il pericolosissimo emendamento sugli indennizzi per la rottamazione dei canali e ricompaiono 20 mln di contributi per radio e tv locali. A rischio però il credito d’imposta sugli spot a seguito dell’allargamento della platea agli investitori radio e tv nazionali.
Risulta a NL (che per primo aveva dato conto di quanto stava succedendo, innescando un vortice di proteste promosso dalle rappresentanze delle tv locali, intervenute ieri su queste pagine) che il controverso emendamento sulla diversa modalità di determinazione degli indennizzi per la liberazione (obbligatoria e/o volontaria) dei canali del DTT sia stato espunto in extremis dal DL Rilancio.

Pressing

Rumors attribuiscono la soppressione della modifica dell’art. 1, comma 1039, lettera b), della legge n. 205/2017, a un intenso pressing condotto dall’Associazione Tv locali di Confindustria Radio Televisioni, che, unitamente ad Aeranti-Corallo ed Alpi, avevano assunto posizioni molto dure per contrastare la pericolosa deriva che il processo aveva preso.

Sospiro di sollievo per i network provider locali….

Gli operatori di rete locali possono (almeno per ora) tirare un sospiro di sollievo, considerato che l’applicazione della norma prospettata avrebbe di fatto determinato una sperequazione di ampia portata sugli indennizzi messi a bilancio dallo Stato per il processo di refarming della banda 700 MHz.

Di nuovo dentro i 20 mln di contributi

Tuttavia, in attesa di disporre del testo definitivo del DL Rilancio, possiamo anticipare che a fronte della neutralizzazione dell’emendamento indennizzi e della reintroduzione del contributo di 20 mln di euro (scomparso nel testo dell’altro ieri) potrebbe essersi di fatto vanificato il credito d’imposta pubblicitario a seguito dell’allargamento alla platea di radio e tv nazionali.

Elemosina d’imposta

In altri termini, la già limitata provvista per il credito d’imposta atto a sostenere gli investimenti pubblicitari, spalmandosi anche sui budget nazionali si ridurrebbe ad una contribuzione del tutto insignificante per gli investitori pubblicitari, azzerandone l’interesse. (M.L. per NL)

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