Rossignoli: L’unica soluzione che appaia, allo stato, percorribile è quella di prevedere un passaggio alla tecnologia DVBT-2/HEVC simultaneo sull’intero territorio nazionale, dell’emittenza televisiva locale e di quella nazionale tra aprile e giugno 2022, o addirittura, tra settembre e dicembre 2022, se ne emergesse in sede europea, la fattibilità.
Tecnicamente impossibile rispettare i tempi dell’attuale roadmap
“E’ tecnicamente impossibile attribuire le numerazioni LCN ai FSMA locali in tempo utile per l’avvio della transizione nel Nord Italia (prevista dalla roadmap nella finestra temporale 1° settembre – 31 dicembre 2021).
Infatti, anche qualora i bandi per la selezione dei FSMA venissero emanati in tempi brevissimi occorrerebbe tener conto dei tempi per la presentazione delle domande (almeno 30 giorni) e dei tempi per la formazione delle graduatorie (si vedano le Linee Guida al riguardo).
Attribuzione LCN
Occorre quindi considerare i tempi di emanazione dei bandi per l’attribuzione delle numerazioni LCN, i tempi per la presentazione delle relative domande (almeno 30 giorni) e i tempi per la relativa attività istruttoria.
Bandi residuali per i diritti d’uso
E poi ci sono i tempi per il completamento delle assegnazioni dei nuovi diritti di uso delle frequenze ai nuovi operatori di rete (che destineranno l’intera capacità trasmissiva dei propri mux alla diffusione di contenuti di FSMA locali) e i tempi per la realizzazione materiale delle relative reti“. Così a NL Marco Rossignoli, coordinatore di Aeranti-Corallo a riguardo del disastro annunciato per settembre 2021 per il comparto televisivo locale italiano.
Roadmap anacronistica
Per ovviare a tutte le suddette criticità per Aeranti-Corallo è indispensabile ridefinire l’attuale roadmap “al fine di renderla compatibile con i tempi tecnici necessari alla relativa realizzazione”.
Verificare in UE possibilità di slittamento dello switch-off finale a dicembre 2022
“L’unica soluzione che appaia, allo stato, percorribile è quella di prevedere un passaggio alla tecnologia DVBT-2/HEVC simultaneo sull’intero territorio nazionale, dell’emittenza televisiva locale e di quella nazionale tra aprile e giugno 2022, o addirittura, tra settembre e dicembre 2022, se ne emergesse in sede europea, la fattibilità”, spiega a NL Rossignoli. Allineandosi così ad un’ipotesi analoga formulata proprio su queste pagine a marzo 2021 da Maurizio Giunco, presidente dell’Associazione Tv locali di Confindustria, che al tempo fu considerata come un’iperbole.
Incentivare popolazione all’acquisto di tv e decoder HEVC
“In questo modo si realizzerebbe uno switch-off unico e, pertanto, l’utenza sarebbe incentivata all’acquisto dei nuovi televisori e dei nuovi decoder idonei alla ricezione DVBT2-HEVC, al fine di poter continuare a ricevere l’intera offerta televisiva terrestre. Contemporaneamente occorrerebbe prevedere ulteriori forme di contribuzione per il sostegno all’acquisto dei nuovi decoder e televisori”.
Passaggio unico in HEVC sola soluzione
“Riteniamo, comunque, imprescindibile – aggiunge Rossignoli – che il passaggio avvenga direttamente al formato HEVC senza alcun passaggio intermedio alla tecnologia Mpeg4. Sarebbe, infatti, incomprensibile un doppio passaggio tecnologico a distanza di poche settimane.
Occorre evitare riduzione del numero complessivo FSMA
Diversamente, qualora si ritenesse di effettuare il passaggio in tecnologia MPEG4 differendo agli anni successivi il passaggio al DVBT2, “si renderebbe, allo stesso tempo, necessario prevedere un meccanismo automatico di conversione della capacità trasmissiva DVBT2 (che è di complessivi circa 37 Mbit/s per multiplex) in capacità trasmissiva MPEG4 (che è di complessivi circa 24 Mbit/s per multiplex). Ciò in modo tale da evitare la riduzione (con evidente impatto per il pluralismo e la concorrenza nel settore) del numero complessivo dei FSMA locali utilmente collocati nelle graduatorie delle 18 aree tecniche previste dal PNAF di cui alla delibera Agcom n.39/19/CONS”.
Fuori discussione prosecuzione in Mpeg2
“In ogni caso sarebbe inaccettabile – afferma Rossignoli – una prosecuzione delle trasmissioni con l’attuale tecnologia DVBT-Mpeg2 in quanto in tal modo gli spazi trasmissivi per l’emittenza locale verrebbero ulteriormente ridotti in modo molto rilevante, con ogni evidente conseguenza.
Alterati i presupposti
La riduzione delle frequenze delle tv locali è stata prevista sul presupposto che sarebbe stata adottata una nuova tecnologia capace di aumentare la capacità trasmissiva di ogni frequenza. “Se la capacità trasmissiva di una frequenza restasse quella attuale – prosegue il coordinatore associativo – il ridimensionamento del comparto locale sarebbe inevitabile.
Governo faccia subito chiarezza
“Riteniamo, inoltre, necessario che il Governo faccia al più presto chiarezza sulla tempistica e sulle modalità della transizione alla luce di tutte le suddette criticità al fine di permettere alle imprese televisive locali di organizzarsi al meglio per affrontare il passaggio al digitale televisivo terrestre di seconda generazione”.
Inaccettabile che ad oggi le imprese non conoscano ancora come si dovrà procedere
“Occorre anche trovare una soluzione per garantire la continuità aziendale delle tv locali che vengono diffuse tramite le reti operanti sulle frequenze a suo tempo assegnate in alcune regioni, ai sensi dell’dell’art. 6, comma 9 ter del decreto legge n. 145/2013, convertito con modificazioni dalla legge n. 9/2014. Il Ministero, infatti, non intende prorogare i diritti di uso di tali reti e ne pretenderebbe la dismissione alla relativa scadenza quadriennale”, puntualizza a NL Rossignoli.
Mantenere reti assegnate ex L. 9/2014 fino ad aprile 2022 o settembre 2022
In caso di differimento della scadenza, Aeranti-Corallo ritiene assolutamente necessario che venga mantenuto il funzionamento di tali reti fino al passaggio al DVBT2 e quindi fino all’aprile 2022, o, in ipotesi di ulteriore differimento fino al settembre 2022, al fine di permettere la continuazione delle trasmissioni ai FSMA locali presenti su tali reti.
Gli indennizzi per la dismissione delle frequenze
“Con l’inevitabile slittamento dell’inizio degli switch-off, si rende necessario chiedere l’apertura di una nuova finestra temporale per eventuali ulteriori dismissioni anticipate“, conclude Rossignoli. (M.L. per NL)