Su disposizione del ministro allo Sviluppo Economico Paolo Romani, gli uffici del dicastero di via Veneto hanno preso contatto con i vertici dell’emittente Dahlia Tv per un primo esame delle difficoltà in atto e per verificare col management dell’azienda le intenzioni degli azionisti.
Recita un comunicato odierno del dicastero: "Nell’ambito delle proprie competenze e della sua ordinaria azione di promozione e tutela del tessuto produttivo, il Ministro farà quanto è nei suoi poteri per salvaguardare la permanenza di una realtà imprenditoriale – basata tra l’altro su investimenti a maggioranza stranieri – nel giovane mercato della tv digitale. Il ministero è fortemente impegnato a concludere la transizione alla tv digitale – che già oggi coinvolge in maniera definitiva il 70% dei cittadini italiani – proprio per garantire all’utenza un ampliamento dell’offerta in chiaro e a pagamento, anche con la crescita e l’ingresso di nuovi operatori in grado di incrementare la concorrenza sul mercato". Polemica sulla vicenda, l’opposizione: "A quanto pare, una tv con 150 dipendenti e migliaia di abbonati si appresta a chiudere i battenti nel silenzio generale di informazione, politica e sindacati. Si tratta della pay tv Dahlia, dell’unica alternativa a Mediaset premium nel mercato del digitale terrestre: i ministri Sacconi e Romani dimostrino che il conflitto di interessi non esiste e si attivino per evitare la chiusura della societa’", riporta un’interrogazione parlamentare di Elio Lannutti, Capogruppo Idv in Commissione Finanze al Senato, inviata ai ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico. "Era stata stipulata un’alleanza tra Cinecitta’ e Filmaster Group, socia della Tv e service di tutto il prodotto televisivo, che pero’ sarebbe stata sciolta perche’ avrebbe infastidito altri operatori del settore. La conversione di un prestito obbligazionario da 4 milioni di euro tra la Filmaster e la Italian Entertainment Group ha infatti inficiato il progetto originario di creare un forte competitor in quello che, a quanto pare, si appresta a diventare il monopolio della pay tv. Il Governo ha il dovere di impegnarsi per tutelare i posti di lavoro e – conclude Lannutti – garantire la libera concorrenza nel mercato del digitale terrestre". (A.M. per NL)