L’Umbria ha chiesto al ministro allo Sviluppo Economico Paolo Romani "un impegno preciso sul mantenimento delle frequenze spettanti alla nostra regione e sui finanziamenti necessari per accompagnare il passaggio al digitale terrestre delle emittenti umbre, ottenendo dal ministro una risposta positiva".
E’ quanto rende noto l’assessore regionale alle infrastrutture tecnologiche dell’Umbria, Stefano Vinti, dopo l’annuncio del ministro Romani, durante la riunione del Comitato nazionale italia digitale, che l’Umbria sara’ digitalizzata entro il secondo semestre di quest’anno. L’assessore Vinti ha rappresentato "tutte le perplessita’ e le preoccupazioni delle emittenti televisive umbre per la modifica del calendario, che originariamente prevedeva il superamento del sistema analogico al 2012". "La contrarieta’ nei tempi e nei modi del passaggio al digitale terrestre – si legge in una nota della Regione Umbria – e’ stata espressa oltre che dalle regioni Umbria e Marche anche dai rappresentanti delle associazioni delle televisioni regionali. Tra le tante e gravi questioni irrisolte, una delle piu’ controverse e’ l’impossibilita’ da parte del ministro di garantire a tutte le televisioni esistenti una frequenza su cui trasmettere". Per questo l’assessore regionale ha chiesto al ministro Romani "un impegno preciso" sul mantenimento delle frequenze spettanti all’Umbria e sui finanziamenti necessari per accompagnare il passaggio delle emittenti. "Comunque ancora non e’ chiaro il motivo per il quale il governo nazionale vuole anticipare i tempi dello switch-off visto che il caos regna sovrano soprattutto nelle zone dove il passaggio e’ avvenuto – afferma Vinti -. La qualita’ del servizio televisivo nelle regioni gia’ digitalizzate e’ notevolmente peggiorata: canali che spariscono, trasmissioni a singhiozzo, costi aggiuntivi, solo per citare alcuni dei problemi. Ma quanto ha pesato e quanto pesera’ sulla qualita’ del servizio la contesa in corso per l’assegnazione delle frequenze?. Aggiungiamo, per completare il quadro, che la forte necessita’ di entrate ha portato il governo alla decisione di vendere nove frequenze per la banda larga ai gestori di telefonia e che altre frequenze verranno messe all’asta con il ‘beauty contest’. Chi paghera’ le ‘spese’ per tutte queste frequenze in meno? La preoccupazione delle associazioni delle tv regionali e’ piu’ che legittima. La situazione e’ delicata, il problema enorme, e, se non modificato, comportera’ l’apertura di un feroce contenzioso legale". Proprio a causa di questo scenario "la Regione dell’Umbria – si legge nella nota – ha chiesto ed ottenuto dal ministro l’impegno a mantenere per tutte le emittenti locali operanti sul territorio regionale le frequenze necessarie alle trasmissioni, oltre a risorse aggiuntive di sostegno tecnico all’utenza per il passaggio al digitale".(AGI)