Dopo quella di Aeranti-Corallo, nuova dura presa di posizione, questa volta di Confindustria Radio Televisione, contro la possibile pubblicazione di bandi FSMA scadenti ad agosto nell’ambito del processo di refarming con ritardi irrecuperabili. Una patata bollentissima nelle mani del ministro Giorgetti e della Sottosegretaria Ascani che rischiano di finire politicamente ustionati.
La notizia
L’indiscrezione pubblicata da NL giunge “inaspettata, in considerazione della scarsa efficacia – per motivi svariati e taluni anche oggettivi – del lavoro del Ministero sul refarming della banda 700 in questi ultimi anni. Se le indiscrezioni sono fondate, le Autorità del Ministero sospendano un momento la macchina e facciano ordine prima di aprire una fase che può determinare ulteriori inghippi e ritardi”.
Refarming
“Confindustria Radio Televisioni esprime forte preoccupazione per le inedite modalità dirigistiche che si vanno prospettando al Mise nella conduzione di alcune fasi del processo di refarming della banda 700”. “E che, oltre a generare nuove situazioni di incertezza, potrebbero essere foriere di caos e possibili ricadute in sede giudiziale”.
Ingorgo pasticciato e dall’incertissimo esito
“Si è avuta, infatti, informale notizia (da NL, ndr) dell’imminente pubblicazione da parte del Mise del bando di gara per la formazione delle graduatorie dei Fornitori di Servizi di Media e Audiovisivi (FSMA) locali”. Bandi finalizzati a consentire l’accesso “alla banda trasmissiva dei nuovi operatori di rete, una quindicina dei quali ancora peraltro da individuare, attraverso specifico bando di gara. Un ingorgo pasticciato e dall’incertissimo esito”, spiega Confindustria Radio Televisioni in una nota.
Lavoro Mise di scarsa efficacia
“Tale notizia giunge inattesa anche in considerazione della scarsa efficacia – per motivi svariati e taluni anche oggettivi – del lavoro del Ministero sul refarming della banda 700 in questi ultimi anni.
Fermare la macchina e fare ordine prima di creare ulteriori inghippi e ritardi
Se è comprensibile il tentativo di recuperare in extremis il tempo perduto, sarebbe sbagliato farlo a scapito, non solo delle imprese televisive, ma anche del pubblico mettendo a rischio la tenuta dell’intero processo. Se le indiscrezioni sono fondate, le Autorità del Ministero sospendano un momento la macchina e facciano ordine prima di aprire una fase che può determinare ulteriori inghippi e ritardi.
Dialogo
Pesa certamente la circostanza che il dialogo avviato fra le istituzioni e le imprese in questi anni non sia sfociato nella considerazione realistica di tutti fattori del processo, nella definizione aggiornata di iter e regole, rapportate a considerazioni realisticamente oggettive, di un percorso estremamente delicato e complesso per l’intero comparto televisivo.
Bandi incoerenti con le Linee guida
Dalle Linee Guida già pubblicate dal Mise, risulta evidente che le Tv locali vengono chiamate a partecipare a un bando di gara che non appare coerente con le regole fissate dallo stesso Ministero. Inoltre, se pubblicato così nei prossimi giorni, come prassi, i termini del Bando scadrebbero a Ferragosto.
Contenuti stravolti
I contenuti, stando a quanto si apprende, penalizzerebbero ulteriormente le Tv locali con dimensione di impresa che garantiscono occupazione e informazione di qualità sul territorio. Tra l’altro, non ci sarebbero più i termini per le tutele richiamate dalla norma che prevedevano fino a venti mesi per la definizione del nuovo assetto e la successiva negoziazione commerciale con gli operatori di rete. Operatori che ad oggi sono ancora da identificare in molte regioni.
Sì a recuperare quanti più ritardi possibili, ma questa soluzione può determinare l’esatto contrario
Confindustria Radio Televisioni auspica soluzioni condivisibili e di accertata efficacia e, anche con la sua Associazione Tv locali, su queste basi è pronta a cooperare in ogni sede, mentre in caso contrario dovrà agire con tutti gli strumenti di tutela a disposizione”, conclude la nota. (E.G. per NL)