Nonostante la complessa situazione societaria di Telecom Italia (23,9% di Vivendi), azionista di maggioranza (70%) di Persidera, la j.v. TIM/GEDI titolare di 5 multiplexer del DTT, che impedisce una chiara visione della relativa volontà strategica, la collocazione sul mercato dell’importante asset infrastrutturale prosegue.
RAI Way, principale interessato al deal, conferma la propria volontà: “è ancora una possibilità, un processo in essere e manteniamo il nostro interesse”, ha dichiarato in assemblea Aldo Mancino, a.d. della stessa Rai Way, società che aveva offerto 300 mlnin cordata col fondo di investimenti F2i (che avrebbe acquisito i diritti d’uso, mentre RAI le infrastrutture tecnologiche, essendo essa già al limite ex lege, posta la titolarità di 5 mux). La cifra era però stata ritenuta troppo bassa dal duo TIM/GEDI ed in particolare della seconda, socio di minoranza (30%) di Persidera, che ha in carico la partecipazione a 110 milioni, per un enterprise value totale della società infrastrutturale di 366 milioni, soglia al di sotto della quale incasserebbe, pro-quota, una minusvalenza. Mentre in questo senso, Tim può incassare anche meno visto che il 70% è iscritto è bilancio a un valore di 138 milioni per una valorizzazione del 100% di Persidera di 198 milioni.
“Vedremo come proseguirà, il processo è complesso”, ha ribadito Mancino, aggiungendo che comunque il gruppo “è pronto ad affrontare il processo che ci aspetta e l’azienda è pronta a cogliere le opportunità di mercato”. Anche se va detto che Rai Way, come ha fatto sapere il top management, “siamo più concentrati sul progetto Persidera“, ribadendo l’interesse per l’asset di TIM/GEDI.
Quanto all’eventualità di un interesse per le torri Cellnex in Spagna (su cui avrebbe manifestato attenzione anche EI Towers, gruppo Mediaset), Mancino ha affermato: “Siamo concentrati sul percorso di crescita a partire dall’Italia. Quando diventeremo più grandi guarderemo all’estero”, chiudendo di fatto la porta in faccio all’operatore spagnolo da poco entrato nell’orbita della Edizione Holding dei Benetton. Anche perché, come ha ribadito l’ad di Rai Way, “le sinergie sono inferiori rispetto a quelle col settore delle torri broadcast”.Quanto al ruolo dell’esecutivo riguardo a una possibile operazione di consolidamento, Mancino ha chiarito che “in realtà una qualsiasi operazione di consolidamento che abbia una base industriale forte” è “verosimile sarà supportata da qualsiasi sia la compagine governativa futura”. Nel frattempo, l’assemblea dei soci della società infrastrutturale pubblica ha dato l’ok ai conti 2017 e al dividendo: alla RAI (64%) andrà una cedola di 35,8 milioni.
Intanto EI Towers smentisce ipotesi di disimpegno dal towering che, secondo alcuni rumors, conseguirebbe alla volontà del Biscione di concentrarsi sul business del futuro, quello dei contenuti. Al contrario, “le torri tlc e radio le sviluppiamo e non è nelle nostre intenzioni procedere a cessioni”, ha dichiarato Guido Barbieri, a.d. di EI Towers, nonostante possa esserci un eventuale interesse da parte di Cellnex per tutta Ei Towers “o per singoli pezzi, ma comunque si tratterebbe di una cosa che riguarda il nostro azionista”.
Parlando più in generale della strategia di crescita del gruppo, “Ei Towers proseguirà con piccole acquisizioni in Italia nel settore radio e telefonia dove non abbiamo una reale competizione da parte di nessuno, mentre all’estero ci sono operazioni, come spin-off di infrastrutture da parte di operatori Telecom, come in Svizzera o da parte del gruppo Altice”, sottolinea Barbieri. Quanto al più volte ventilato matrimonio tra Ei Towers e Rai Way, Barbieri ha dichiarato: “E’ talmente logico che nel frattempo non si fa. Il vincolo è sempre lo stesso: il 51% che deve rimanere in capo allo Stato: il progetto può andare avanti solo con la rimozione“. (E.G. per NL – fonte MF Milano Finanza)