Dopo aver bruciato oltre 2 miliardi di investimenti pubblicitari negli ultimi due anni, malgrado i principali centri media e gli analisti stimino per il 2014 un ulteriore calo degli spot nella misura del 4-5%, gli operatori del settore televisivo sono fiduciosi in merito alla possibilita’ che questo sia l’anno della svolta e dell’obbligato cambiamento di strategia.
Per i player di carta stampata, radio e web, scrive Milano Finanza, e’ arrivato il tempo di accelerare su innovazione, razionalizzazione delle strutture e ricerca di nuove formule industriali che garantiscano ricavi e margini. Gli osservati speciali, in un mercato come quello italiano dove sul piccolo schermo finisce il 55% della spesa in comunicazione pubblicitaria, sono i network televisivi. E tra questi inevitabilmente spicca Mediaset, che a tutt’oggi incamera il 62% degli spot trasmessi sulle emittenti nazionali. Il Biscione ha avviato il cantiere dello spin off in una newco sia del 100% della pay tv italiana, Premium, e spagnola, la partecipazione del 22% nella piattaforma Digital+. Il progetto sara’ definito entro l’estate e prevede a regime l’ingresso di un azionista, possibilmente industriale, nel capitale della societa’ italiano-spagnola. Altre due aziende editoriali, TiMedia e il gruppo L’Espresso, hanno deciso di mettere in comune la loro attivita’ televisiva. Il progetto annunciato da qualche mese prevede la nascita di una jv nella quale far confluire i cinque multiplex per la trasmissione del segnale digitale terrestre di proprieta’. Le due societa’ hanno ipotizzato la possibile quotazione in Borsa della newco o l’apertura del capitale ad altri operatori. I nomi che circolano sono la stessa Al Jazeera e i brodacaster americani Discovery Channel e Viacom, proprietaria di Mtv. Entrambi vogliono consolidarsi in Italia e hanno bisogno di banda e frequenze per incrementare l’audience. (MF-DJ)