Continua l’approdo di emittenti radiofoniche sul DTT in tutta Italia. Le motivazioni sono quasi sempre da ricondurre alla necessità di raggiungere l’utenza indoor ormai spesso priva di apparati ricevitori FM (presenti solo nel 50% delle abitazioni e quasi mai nei locali pubblici, dove invece c’è sempre almeno un televisore con ricevitore DTT) ed a conseguire l’ibridazione del medium.
Il processo è peraltro virtuoso, perché, lato operatori di rete, consente di mettere a reddito capacità trasmissiva invenduta sul piano locale.
Le soluzioni adottate per la veicolazione delle radio sono sostanzialmente tre.
La prima è la presenza del solo flusso audio, ipotesi poco profittevole in termini concreti, in quanto psicologicamente sgradita all’utente che generalmente salta a piè pari lo schermo nero (la tv nell’immaginario è inscindibilmente connessa alla sua componente video); la seconda attiene all’audiografica (l’immagine che si accompagna all’audio), che a sua volta può essere statica (logo dell’emittente) o dinamica (più foto che si alternano, ma che non concretano un video). La terza è la radiovisione, cioè un prodotto audio/video completo che si sovrappone a quello radiofonico (in simulcasting, come nel caso delle emittenti del gruppo RTL: oltre alla rete principale, Radio Freccia e Radio Zeta) o ne costituisce uno spin-off indipendente (come per Radio Italia Tv).
Dal punto di vista tecnologico le esigenze da contemperare sono quelle della maggior qualità possibile sfruttando la minor capacità trasmissiva (per evidente questioni di costi), anche se quest’ultima sta diventando estremamente competitiva (0,5 MB in Lombardia possono essere acquistati per cifre comprese tra 500 e 1.000 euro oltre IVA/mese a secondo dei vari mux regionali). Ovviamente quest’ultima soluzione (come in generale per le web radio che vogliono approdare al DTT) presuppone la titolarità di un’autorizzazione per fornitori di servizi di media audiovisivi (FSMA), mentre per le prime due i concessionari FM abilitati alla fornitura di programmi in tecnica numerica (fornitori di contenuti) sono autorizzati sic et simpliciter ex art. 3 c. 12 all. A Del. Agcom 353/11/CONS del 23/06/2011.
Sul piano tecnico, un compromesso interessante in attesa dell’avvento del DVB-T2 (che abbatterà i costi della banda) è costituito dall’impiego del formato H264, le cui principali sperimentazioni sono in corso in Lombardia, ad opera della joint venture promossa da Consultmedia (struttura di competenze a più livelli collegata a questo periodico) con diversi operatori del settore (tra i quali 22HBG-Elenos, Beacom, Logika Soft, Class Editori, Bitonlive, Consulenza Radiofonica) attraverso il fornitore di servizi di media audiovisivi ibrido NBC Milano (LCN 693) e in Puglia, con le iniziative coordinate da Rocco Chiodo, responsabile AF del vettore Antenna Sud.
“Allo stato abbiamo ottenuto risultati molto interessanti in H264 con il cartello statico di Radio Puglia (128 kbit/s h264, audio mpeg1 layer2 128 kbit/s – cfr. video, ndr) e l’audiografica dinamica di Radio Popizz di Bari (generata dall’emittente con flusso audio-video, con 192 kbit/s h264, audio mpeg1 layer 2 mono 56 Kbit/s – cfr. video, ndr) e di Radio 85 (transcodificata da sito web, con 192 kbit/s h264, audio mpeg1 layer 2 112 kb/s – cfr. video, ndr)”, ci spiega Rocco Chiodo. “Negli anni ho curato lo sviluppo di una piattaforma di multiplexing software su base Linux che è stata in funzione su diverse realtà pugliesi; questo mi ha permesso di studiare a fondo le specifiche DVB”, continua il tecnico.
“Al momento la piattaforma che maggiormente utilizzo è quella Harmonic, mentre per quanto riguarda il settore tv (radiovisione o audiografica) le soluzioni che ho sviluppato sono la ricezione audio (in qualsiasi formato e bitrate) da web (o punto punto) con ricodifica real-time software direttamente su mux DTT; la ricezione audio-video da web o diretto (rtmp-http-hls-udp-rtp) con rielaborazione real-time a mezzo software in mpeg2-h264-h265 direttamente sul bouquet; il contenuto di pagina web (audio e video) direttamente ricodificato sul multiplexer. Ho poi proficuamente sperimentato un sistema per andare in onda attraverso il telefono cellulare direttamente su DTT e soluzioni per mandare in onda applicazioni MHP e addirittura per la creazione di un intero bouquet DVB-T con un solo PC, completo di tabelle PSI/SI , MHP, EPG, televideo, + n canali tv”.
Anche sul piano dell’efficace sfruttamento della capacità trasmissiva i risultati di Chiodo sono interessanti: “Per quanto riguarda l’audiografica è possibile codificare in H264 un cartello statico o anche dinamico con circa 128 kbit/s di banda video. Quanto alla radiovisione, dalle prove effettuate, posso dire che in H264 sono sufficienti circa 700 kbit/s per ottenere un risultato simile ad un MPEG2 SD a 2 Mbit/s, anche se molto dipende dal tipo di codificatore che si va ad impiegare. Naturalmente se si utilizza un sistema statistico in 2 mbit si possono inserire anche 3 o 4 programmi h264 di qualità SD“.
Lato network provider, secondo il tecnico, “ormai non è più necessario acquistare encoder hardware costosi, essendo possibile anche con soluzioni di codifica low-cost software far giungere il segnale dell’emittente radiofonica (audio-video) direttamente all’head-end di trasmissione“. Tornando in Lombardia, Stefano Apicella, project manager di NBC Milano, così commenta l’andamento della sperimentazione DTT: “Siamo molto soddisfatti del parco ricevitori in grado di ricevere il segnale in H264: è decisamente superiore a quanto prevedevamo, segno che la sostituzione degli apparati avviene più velocemente di quanto pensavamo. Allo stato, solo un 20% dell’utenza testata non è in grado di ricevere il formato adottato“. “Insieme a 22HBG stiamo ora studiando la soluzione migliore per la consegna del flusso a/v presso la sede del network provider“, fa sapere Maurizio Sala di LogiKa Soft, partner della j.v. promossa da Consultmedia. “Importante è anche la qualità della catena produttiva: per questo siamo felici che faccia parte del progetto-test Bitonlive, il cui prodotto Flu-O è quanto di meglio offra il mercato delle regie automatiche”, interviene Massimo Rinaldi, ingegnere di Consultmedia. “Abbiamo invece riscontrato problemi che stiamo cercando di risolvere a riguardo del compromesso qualità/capacità trasmissiva”, spiega Apicella: “Pensavamo di riuscire a raggiungere un buon equilibrio con una componente video di 600k abbinata ad un audio uguale o superiore a 160k“, ma allo stato necessitiamo ancora di banda superiore. “Confidiamo però anche grazie allo scambio di conoscenze con gli altri sperimentatori di risolvere presto il problema”. (E.G. per NL)