Riprendendo un articolo di questo periodico, l’associazione CNT-TPD commenta l’annuncio del Corecom Piemonte di voler domandare lo spostamento della data dello switch-off all’effettiva operatività di Tivù, il provider satellitare "integrativo del DTT" (sic!) di RAI, Mediaset e La 7.
Scrive l’associazione sul proprio bollettino: "Il Piemonte lancia l’allarme sul digitale terrestre in occasione del convegno "La tv digitale terrestre in Piemonte". Massimo Negarville, presidente del Corecom piemontese, ha espresso preoccupazioni, soprattutto sulla copertura del segnale. “Nessuno ha negato le potenzialità di questa rivoluzione, ma non dobbiamo aspettarci che dove il segnale oggi arriva disturbato il digitale migliorerà la situazione”. Al contrario: “Nelle valli piemontesi e in quelle del resto d’Italia, dove la televisione addirittura non si vede, il decoder non servirà”. Per questo il Piemonte, regione dove sparirà nel corso del 2009 il segnale analogico, è intenzionato a chiedere lo slittamento dello switch-over se entro il 20 maggio (data prevista per lo spostamento di Raidue e Retequattro), non sarà già disponibile TivùSat, la piattaforma satellitare Rai-Mediaset alternativa a Sky. Il CNT-TPD conviene sui problemi relativi alla copertura del segnale, così come è avvenuto in Sardegna, nonostante ciò che dichiararono l’associazione DGTVi e molti media che, all’indomani dello switch off sull’isola, parlarono di rivoluzione avvenuta addirittura con grande successo. Quello che non risolve certamente il problema è la condizione posta dal Corecom Piemonte, vale a dire l’arrivo di TivùSat. Premesso che ancora non vi è pronuncia da parte di Agcom e Antitrust circa l’ammissibilità della creazione della nuova piattaforma satellitare, TivùSat accentuerebbe soltanto il problema sul piano del pluralismo di mercato perché genererebbe un nuovo duopolio. Risolvere la copertura optando per TivùSat può essere solo un alibi messo in gioco dagli interessati, e non da un organo istituzionale legato all’Agcom. E’ un palese controsenso. La soluzione è nel lavorare per migliorare la copertura. Quanto al mercato, non c’è altra strada se non quella di garantire l’apertura e la concorrenza, secondo quanto dettato dall’Unione Europea. Ricordiamo che il Piemonte è una delle regioni dove entro quest’anno avverrà il passaggio al digitale, assieme a Trentino, Lazio, Campania e Val d’Aosta, per un totale di 14 milioni di cittadini".