(Targato CN) – Dal Consiglio regionale al parlamento si moltiplicano le richieste di chiarimenti sull’entrata in funzione del digitale terrestre e sulle problematiche di copertura che si porranno per le aree montane del Cuneese. Il rischio che il pagamento del canone Rai non sia sufficiente a garantire il servizio con la sparizione, in un primo tempo, di Rai 2 e Rete 4 appare concreto. A sottolinearlo, in un’interrogazione rivolta al ministro per lo Sviluppo Economico Claudio Scajola, sono alcuni parlamentari piemontesi del Partito Democratico: il primo firmatario Giorgio Merlo, Vice Presidente Commissione Vigilanza Rai e gli Onorevoli Massimo Fiorio, Mario Lovelli ed Anna Rossomando. "Per ora – spiega l’On. Merlo – la copertura del segnale risulta essere discreta in Torino città, mentre la stessa situazione non si verifica per la provincia di Torino e, in maniera ancor più significativa, per quella di Cuneo. L’assenza di copertura colpisce soprattutto le piccole realtà locali, che risultano essere ancora una volta penalizzate rispetto al resto del territorio con enormi ricadute negative per ampi settori delle popolazioni interessate”. L’iniziativa dei parlamentari del PD ha suscitato l’apprezzamento del Consigliere regionale Mariano Rabino. “I problemi derivanti dal passaggio al digitale terrestre nelle Province di Torino e di Cuneo – spiega l’esponente politico albese -, in particolare nelle aree montane, collinari e rurali, erano da me già stati sollevati in più occasioni, per esempio recentemente all’ultima assemblea Uncem del Piemonte di lunedì scorso e all’ultima seduta del Consiglio regionale. Sono grato all’On. Giorgio Merlo che ha interrogato il Governo sul disagio che subiranno, a seguito dello spegnimento del segnale analogico, gli utenti che vivono in zone dove il digitale non risulterà decodificabile e che, quindi, saranno vittime di un vero e proprio blackout non potendo più ricevere Rai Due e Rete 4. A questo punto la proposta da me avanzata di uno sconto del canone di abbonamento Rai pari al costo di un decoder per ricevere il segnale satellitare o digitale terrestre risulta non più sufficiente, visti i tempi ristretti. Pertanto, al fine di scongiurare una interruzione del servizio pubblico radiotelevisivo, ritengo che si debba rinviare la data del 20 maggio, come anche richiesto dall’Apert (Associazione piemontese emittenti radiotelevisive). Mi auguro che la Giunta regionale possa aderire a questa mia proposta e in tal senso si faccia promotrice di un’iniziativa tempestiva presso il Ministero delle Telecomunicazioni”.