Come ampiamente da noi previsto, il Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia Media ha deciso di avviare il processo di collocazione sul mercato di Persidera, il network provider nazionale nato dall’integrazione dei mux di TIMB e Rete A (L’Espresso).
Lo ha comunicato la stessa Telecom Italia Media, informando che il CdA, "esaminato lo stato di avanzamento del processo di valorizzazione di Persidera", ha stabilito che "la valorizzazione avverrà attraverso un processo competitivo in cui Telecom Italia Media e Gruppo Editoriale l’Espresso (che detengono, rispettivamente, il 70 e il 30 per cento delle azioni di Persidera) saranno coadiuvati dagli advisor Mediobanca e Banca Imi". In vista dell’assunzione delle determinazioni inerenti al processo di valorizzazione, il Consiglio di Amministrazione ha costituito al proprio interno un apposito Comitato composto da Amministratori indipendenti di cui fanno parte il Lead Independent Director, Lorenzo Gorgoni, i Presidenti del Comitato per il controllo e i rischi e del Comitato per le nomine e la remunerazione, Paola Schwizer e Giuseppe Soda e il Consigliere Valeria Lattuada. Le attività del Comitato, che avranno natura consultiva e istruttoria, saranno coordinate dal Lead Independent Director. Persidera al momento, spiega il gruppo tlc, "è concentrata sull’implementazione del piano di integrazione con Rete A allo scopo di accelerare e massimizzare i benefici e le sinergie operative derivanti dalla sua fusione per incorporazione, che avrà effetto dal 1° dicembre 2014". Ricordiamo che l’alleanza dei due gruppi nelle frequenze digitali terrestri si era conclusa il 30 giugno con l’integrazione di Rete A in Telecom Italia Media Broadcasting con la volonta’ da parte di Telecom e dell’Espresso di valorizzare un’ampia porzione della partecipazione detenuta negli asset televisivi. Intanto, entro l’autunno dovrebbe definirsi la nuova struttura organizzativa della societa’ integrata attraverso il coordinamento dipendenti confluiti in Persidera (sessanta persone da TIMB e una dozzina da Rete A). Dai documenti siglati all’atto del closing emerge che la nuova societa’, partecipata al 70% da TiMedia e al 30% dall’Espresso, e’ stata valutata – sulla base delle perizie per il conferimento di Rete A – tra i 400 e i 450 milioni in termini di equity value: l’operatore di rete puo’ contare su tre multiplex ex Telecom per la trasmissione del segnale televisivo e su due multiplex ex Espresso e avra’ un fatturato stimato in circa 100 milioni. I rapporti tra il gruppo tlc e l’azienda editoriale romana sono regolati diritti di prelazione, co-vendita e trascinamento nel caso in cui uno dei due intenda cedere a terzi la propria partecipazione nella società, presieduta Presidente da Massimo Confortini (a.d. Paolo Ballerani). Quanto al business, Telecom Italia ha portato in dote nel matrimonio con L’Espresso l’accordo per la veicolazione sul carrier DTT di Telecom Italia di 5 canali marchiati Sky (semmai detto contratto si perfezionerà, ovviamente). Dopo il lancio di Cielo, canale televisivo free-to-air sulla piattaforma DTT (di Rete A), era stata infatti confermata nella primavera scorsa l’intenzione di Sky (ipotizzata da questo periodico oltre un anno e mezzo fa) di presidiare con determinazione la tecnologia trasmissiva numerica terrestre per integrare le piattaforme pay satellitari (dove Murdoch è indiscusso leader) e IP (per la quale Sky aveva siglato un accordo con Telecom Italia che entrerà a regime nel 2015 e che implicherà il lancio di un decoder unico basato sui tre vettori). Lo spazio sul DTT per trasmettere 5 marchi/palinsesti sarebbe stato prenotato da TIMB a un prezzo annuo di 20 milioni di euro, cioè 4 milioni di euro per canale, presumibilmente di ottima qualità, quindi pari a 4 MB/s (in linea quindi con il valore di mercato di 1 mln di euro a MB/s per il raggiungimento di 55 mln di abitanti, con costo contatto annuo di circa 0,018 euro per testa illuminata). Tale accordo dovrebbe sostituire il contratto di LA7 e La7d con Cairo Communication che scadrà nel 2016 e potrebbe sostenere la domanda di frequenze digitali in Italia dopo la recente mancanza di interesse per l’assegnazione delle frequenze DTT dal Ministero italiano dello Sviluppo Economico (solo Cairo aveva presentato un’offerta, aggiudicandosi poi l’assegnazione del Lotto 3) e generare 6-7 milioni di euro di ricavi aggiuntivi. Persidera dovrebbe generare circa 100 milioni di euro di fatturato annuo, con un ebitda che gli analisti di Banca Akros stimano intorno a 35 milioni di euro, escluse le potenziali sinergie (ma il calcolo era stato fatto tenendo conto del contratto con Cairo Communications per la veicolazione di La 7 e La7D). Telecom Italia si è riservata la possibilità di acquistare il diritto di utilizzo di una delle cinque frequenze controllate dalla nuova TIMB. "Il contratto con Sky aiuterà la newco a colmare la larghezza di banda disponibile e potenzialmente ad aumentare il valore della società che verrà dismessa", avevano precisato a giugno gli analisti di banca Akros. I tre multiplex di TI Media attualmente ospitano 19 canali, il che implica un utilizzo del 94% dei 65Mbps disponibili; per contro, i due multiplex di L’Espresso hanno un’ampia capacità inutilizzata (la società originariamente ha previsto di aumentare il numero dei canali ospitati dagli 8 di quest’anno a 12 nel 2018). I conti 2013 di TI Media implicano che ciascun canale genera in media 3,8 milioni di euro di ricavi annui. Ma per gli analisti di Banca Akros ci potrebbero essere forti sconti concessi a start-up o a situazioni particolari, legati sia alla fuoriuscita di Cairo dal mux e dal prossimo avvio della tecnologia DVB-T2, che aumenterà sensibilmente la banda a disposizione e quindi la competizione tra network provider. "Crediamo che Sky abbia scelto canali di alta qualità, tra cui, eventualmente, quelli ad alta definizione in modo che 20MBps possano essere un obiettivo ragionevole a medio termine", avevano aggiunto gli esponenti della banca d’affari a riguardo del deal con la società della news Corp. In prossimità delll’estate gli esperti di Banca Akros stimavano che questo avrebbe potuto implicare 15/20 milioni di euro a pieno regime di proventi annuali e 10 milioni di euro di contributo annuo a livello di margine operativo lordo. "La creazione di valore potenziale è fra 50 e 100 milioni, di cui il 70% attribuibile a TI Media. L’impatto sul nostro fair value della società è di oltre 0,3 euro per azione. Per cui il target price su TI Media sale da 1,35 a 1,55 euro e il rating da reduce ad accumulate", avevano concluso a Banca Akros. (M.L. per NL)