DTT, Pasqua di meditazione per Cairo: necessari ripensamenti su palinsesti La7

In casa La7 molti paiono essere i tasselli da incastrare e da rimettere al più presto al loro posto: se Maurizio Crozza e Giovanni Floris sono confermati, gli appuntamenti infrasettimanali vanno rivisti e aggiustati.

Come riporta un articolo di sabato 28 marzo apparso sulle pagine di ItaliaOggi, sono proprio i prime time del mercoledì e del giovedì della prossima stagione 2015-2016 infatti quelli su cui il gruppo dovrà mettere mano. Le Invasioni di Daria Bignardi hanno chiuso con una media del 3% di share, dignitosa ma non di certo eccezionale. “Tre ore e un quarto per un programma di interviste sono troppe. Non faccio mistero di soffrire questo format, perché lo trovo troppo lungo per un prodotto come Le invasioni”: con queste poche parole Daria Bignardi ha stroncato il format del programma, facendo intendere che la ragione del calo degli ascolti sarebbe quindi essenzialmente questa. Cairo ha già annunciato che a breve incontrerà la giornalista per capire quali progetti e strategie attuare in futuro. Colloqui fissati dopo Pasqua anche con Michele Santoro, che lo scorso settembre aveva dichiarato che questa sarebbe stata l’ultima stagione di Servizio Pubblico: lo storico conduttore infatti preferirebbe apparire meno in video e dedicarsi di più agli aspetti ideativi e produttivi. Urbano Cairo lascia comunque aperta la possibilità di un ripensamento: “So che ora è più interessato alla produzione, ma il dialogo tra di noi rimane aperto. Se Santoro sarà propenso a non condurre direttamente un programma, faremo meno puntate o anche nessuna”. E sul fronte dei palinsesti, ricordiamo ai nostri lettori che allo studio c’è da qualche tempo anche un programma di cronaca da affidare a Salvo Sottile (Luna Berlusconi – nipote dell’ex premier Silvio – si era proposta come produttrice del programma, ma Cairo l’ha ritenuta inadatta in quanto priva dell’esperienza per produrre una trasmissione in prime time), che resta avvolto per il momento da dubbi circa l’effettiva messa in onda. Per risollevare gli ascolti urgono dunque ripensamenti e novità, che potrebbero arrivare proprio durante queste festività primaverili: bisognerà certamente diversificare e variare gli argomenti del palinsesto di La7, per evitare che l’emittente si appiattisca dedicandosi solo all’informazione e all’approfondimento giornalistico con taglio politico. Molte infine le domande e le perplessità di Urbano Cairo relativamente al nuovo canale Gazzetta Tv, lanciato da Rcs sul DTT (lcn 59): “in un segmento competitivo come lo sport in televisione – ha dichiarato il presidente – temo che per Gazzetta Tv non sarà facile aprirsi uno spazio”. Dubbi e perplessità stanno avvolgendo anche l’lcn 8, nelle mani di Mtv: se è vero infatti che il 2014 si è chiuso con una raccolta pubblicitaria in salita dell’11% rispetto al 2013 e che il mese di gennaio 2015 ha dato buoni risultati, non è detto, come aveva già anticipato questo periodico, che tutto ciò basti per resistere alla tentazione – a fronte di qualche lauta offerta – di cedere la posizione e tentare di raggiungere lo 0,58% di share dalle retrovie. Anche perché da oltreoceano stanno già arrivando i primi segnali che evidenziano la crisi del modello di Mtv: non solo gli storici videoclip musicali, ma anche le serie tv non attirano più gli utenti come invece accadeva un tempo. Negli Usa infatti nel 2014 gli ascolti sono calati del 5% e la raccolta pubblicitaria del 3%. Motivo? “Alcuni programmi acquistati anni fa ormai non funzionano più”, così ha sentenziato l’amministratore delegato di Viacom, gruppo che controlla Mtv, Philippe Dauman, annunciando anche un piano di tagli e risparmi molto rigido, pari a 250 mln di dollari. Lo storico canale dei video musicali peraltro, come riporta un articolo di ItaliaOggi di venerdì 27 marzo, non è neppure stato al passo con i tempi nel cavalcare la nuova era digitale, temporeggiando circa la strategia da sfruttare sul web. E’ noto infatti che il grande pubblico americano (e non solo quello americano, ndr) prediliga sempre più la visione delle clip e dei contenuti direttamente sul web, su piattaforme come Youtube e Vimeo: lo stesso co-fondatore di Mtv Les Garland ha confessato che “per i video musicali io vado su Youtube come tutti gli altri. Purtroppo non sono sicuro che Mtv abbia fatto un buon lavoro nella transizione alla nuova epoca digitale”. Naturale che tutte queste riflessioni in atto negli USA abbiano echi e riscontri anche nella nostra penisola e che Mtv, a fronte di un quadro che sembra traballante e incerto, sia sempre più vicino e propenso per la cessione dell’lcn a qualche buon offerente – Sky in primis -. (V.R. per NL)

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