Certi processi potrebbero essere più rapidi del previsto. Ancora più di quanto il Covid li abbia già velocizzati. In queste ore si stanno disseminando sul web rumors a riguardo del futuro di (almeno) due canali sul digitale televisivo terrestre di ViacomCBS Networks Italia S.r.l. (precedentemente Viacom International Media Networks Italia S.r.l.), società del gruppo ViacomCBS.
Parliamo di Paramount Channel e Spike (le cui raccolte pubblicitarie sono affidate a Sky Media), posizionati uno sull’appetibile LCN 27; l’altro su una numerazione del telecomando meno frequentata, ma pur sempre nel primo arco di numerazione: il canale 49.
Indizi
Ribadiamo: non ci sono conferme sulla chiusura dei due canali, solo voci riportate su siti e blog specializzati (come quello di Antonio Genna, che le ha diffuse per primo). Ma alcuni indizi, come il mancato aggiornamento della lista EPG (programmi) dopo il 15 gennaio 2022 (anche sul sito è la stessa cosa) e il fatto che proprio per il 2022 ViacomCBS aveva anticipato la partenza della nuova piattaforma streaming internazionale (con una sezione importante dedicata allo sport), potrebbero corroborare i rumors.
Spostamento dell’offerta su IP?
Se così fosse, si tratterebbe dell’ennesimo abbandono della piattaforma DTT da parte di canali che hanno una collocazione ormai più logica su IP, anche in considerazione dell’impennata che sta avendo la diffusione delle smart tv. Entro fine 2022 il 75% delle famiglie disporrà infatti di almeno una tv in grado di ricevere contenuti dalla rete.
In connessione
Ora, considerato che il 94% degli italiani dispone già di una connessione IP, anche se solo il 78% ne ha di adatte a ricevere contenuti audio/video in streaming, si comprende come i rapporti tra tv via etere e via internet stiano subendo una rapida alterazione. Spingendo i player tv ad importanti riflessioni su cosa trasmettere. E, soprattutto, dove.
DTT stretto
Non è una novità che i canali dedicati a film, fiction e cartoni animati non hanno più una collocazione ideale sul DTT. Non parliamo ovviamente della pay tv, che da tempo ha scelto la strada dell’IP, ma anche di quella free: il pubblico che prova lo streaming on demand non è più disposto ad accettare i limiti del live. Attendere un determinato orario per fruire del contenuto voluto non è più accettabile per l’utente tv del 2022. Salvo che non si tratti di sport, informazione o conduzione live.
Compatibile con le tendenze…
Ed è quindi possibile che se i canali 27 e 49 dovessero trovare una nuova destinazione (non necessariamente fuori dal perimetro di ViacomCBS, anche se sembra più probabile l’indirizzo verso un superplayer DTT), essa vada ricercata nella direzione di contenuti compatibili con la trasformazione della tv mainstream, pur nei limiti del genere di programmazione associato ai due marchi/palinsesti fissato dalle delibere Agcom (da ultimo, la Delibera n. 116/21/CONS).
… e coi piani
Regolamento, ques’ultimo, che prevede per il canale 27 l’associazione ad un contenuto semigeneralista (per definizione: “programmazione diffusa in ambito nazionale dedicata a più generi differenziati inclusa l’informazione, distribuiti in modo equilibrato nell’arco della giornata di programmazione, nessuno dei quali raggiunge il 70 per cento della programmazione stessa”) e per il 49 di informazione (“genere di programmazione tematico dedicato all’informazione, con notiziari, programmi o rubriche di approfondimento, inchieste, reportage, dibattiti e fili diretti, telecronache, talk show anche su temi sociali e di costume”). (E.G. per NL)