Come abbiamo già osservato in più occasioni, il digitale terrestre, o meglio, la gestione delle modalità della migrazione, rischia di essere la waterloo delle associazioni di categoria delle emittenti locali che lo avevano proposto come la soluzione di tutti i problemi televisivi italiani.
Una tragedia. Prima il problema dei numeri LCN, poi la grana della mancanza dei sovvenzionamenti alle locali per il supporto allo switch-off, infine la mancanza (apparente) di regole per l’attribuzione dei canali migliori.
Una gestione disastrosa e superficiale che sta facendo infuriare le emittenti locali, che si stanno rendendo conto del coul de sac in cui sono state ficcate.
Ora, a peggiorare la posizione dei sindacati che avventatamente avevano sposato il DTT, si pone la dichiarazione di guerra del Codacons, che si dichiara contrario “al passaggio obbligatorio dall’analogico al digitale, non almeno in tempi così stretti e fino a che non saranno date precise garanzie ai consumatori”. Per i consumatori “Il passaggio già avvenuto in Sardegna, infatti, è stato un disastro, sia per la mancanza di copertura che per la qualità tecnica offerta, con continui problemi al segnale e interruzioni del servizio. Evidentemente non si è ancora pronti per offrire un servizio decente. Non si capisce, quindi, che fretta ci sia a fare lo switch-off, visto che la data ultima è, almeno per ora, nel 2012, sempre che non ci siano ulteriori probabili rinvii. Quindi perchè non fare una fase transitoria più ampia con entrambi i segnali offerti? Forse per costringere gli italiani a comprare il decoder?” Il Codacons chiede, “sia per la Rai che per Mediaset, che, prima del passaggio obbligatorio al digitale, sia garantita una copertura del servizio non inferiore al 99% della popolazione (è quanto richiesto oggi nel Contratto di Servizio con la Rai per il segnale analogico), altrimenti ci saranno azioni legali per bloccare lo switch-off”.L’associazione infine si appella all’Antitrust affinchè vigili sulla questione a tutela degli interessi degli utenti.