Ieri il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni ha firmato il decreto con cui vengono stanziati 33 milioni di euro per la RAI, allo scopo di aumentare la copertura del DTT e cercare di iniettare contenuti nella tv digitale che possano attirare spettatori.
Non si tratta, peraltro, di uno stanziamento casuale: come ha ricordato lo stesso Gentiloni, si tratta di dobloni previsti in Finanziaria e il decreto firmato ieri non è che l’esecuzione di quanto già stabilito. E non finiscono qui: i 33 milioni sono per il 2007, ma tra 2008 e 2009 l’Erario dovrà sborsarne altri 88 o giù di lì.
“Lo stanziamento – ha spiegato Gentiloni – contribuirà alla copertura dell’85 per cento della popolazione con la nuova tecnologia, prevista entro un anno dall’approvazione del Contratto di Servizio”. Come si ricorderà, infatti, il nuovo Contratto inquadra esplicitamente l’implementazione del DTT come elemento strategico dell’offerta RAI.
Soddisfazione è stata espressa dal direttore generale della RAI, Claudio Cappon, secondo cui da qui a dicembre “si interverrà su circa cento impianti per avviare subito l’estensione delle aree con copertura digitale e migliorare l’omogeneità e la qualità del servizio”. Il piano pluriennale messo a punto “non prevede l’acquisto di frequenze, ma punta su un miglior utilizzo di quelle esistenti, eliminando ridondanze e sovrapposizioni”.
Altre reazioni provengono da Sandro Curzi, consigliere di amministrazione della RAI, secondo cui gli stanziamenti per il DTT sono buone notizie, che si contrappongono a quelle cattive, in particolare l’apertura da parte del celebre giornalista Oliviero Beha di un procedimento penale contro la RAI dove Beha è “da anni inspiegabilmente senza lavoro nonostante una sentenza che ordina l’azienda a darglielo”. Quella di Beha, ha dichiarato Curzi, è l’ennesima causa contro la RAI da parte di suoi dipendenti per ragioni analoghe.
Rodolfo De Laurentis, parlamentare UDC della Commissione di Vigilanza RAI, ha invece criticato l’operato del Governo che, a suo dire, dovrebbe stanziare i fondi solo in presenza di un progetto per anticipare lo switch-off, ovvero il momento della transizione tra tv tradizionale e DTT. “L’UDC – ha dichiarato – sostiene l’opportunità di anticipare l’avvio del digitale al 2010, anziché a partire dal 2012. Se l’Esecutivo è davvero orientato ad adottare un provvedimento condiviso, non vedo quali difficoltà potrà incontrare nel sostenere i nostri emendamenti”.