La constatazione che nelle aree indoor (case e locali pubblici) non ci sono più ricevitori FM (da una presenza di almeno un ricevitore FM/AM nel 99% delle abitazioni dotate di allacciamento elettrico del 1990, si è scesi all’attuale 55% in progressiva, rapida, diminuzione) e quindi l’ascolto dei programmi radiofonici può avvenire pressoché esclusivamente con l’unico device onnipresente, cioè la tv, continua a favorire l’arrivo sul DTT di nuovi canali, declinati con le soluzioni audiografica statica, dinamica e radiovisione.
Il fenomeno, riscontrato anche in altri paesi (come gli USA), sta generando un vero e proprio circolo virtuoso anche in Italia, posto che concilia l’esigenza di visibilità delle radio con quella dei network provider DTT locali di collocare capacità trasmissiva disponibile.
Nel Nord è quindi arrivata sull’importante provider superlocale Studio 1 (Lombardia, Val d’Aosta, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto) Radio Birikina, versione radiovisiva della radio interregionale veneta che ha presidiato il logical channel number 253.
Peraltro, sullo stesso mux di Studio 1 è da qualche mese presente, sempre in radiovisione, la superstation Radio Bruno (LCN 256), mentre sono attese novità in ambito nazionale per gli LCN 254 e 248.
“Praticamente ogni giorno riceviamo richieste di informazione da emittenti radiofoniche in tutta Italia sui costi di trasporto e sulle modalità per il conseguimento dei titoli come fornitori di servizi di media audiovisivi (FSMA) o per la veicolazione in audiografica“, commenta Valentina Drago dell’Area Affari Legali di Consultmedia (struttura di competenze a più livelli collegata a questo periodico) che da qualche anno ha realizzato il servizio XChange per la gestione di capacità trasmissiva tra i propri clienti.
“Tranne Liguria, Friuli, Trentino, Abruzzo, Calabria e Sicilia, regioni curiosamente poco reattive, in tutte le altre aree italiane sono in corso le procedure per l’arrivo massiccio sul DTT di radio locali e regionali”, continua Drago.
“Peraltro, non sono pochi gli editori che puntano sul DTT come soluzione tecnica low-cost per espandere il proprio segnale oltre l’FM, tenuto conto che con un budget di 500-1000 euro/mese oltre IVA è possibile acquistare capacità di 0,5-0,7 MB (che in H264 consente di realizzare una radiovisione piena) per servire un territorio di 10 mln di abitanti“, interviene Diego Campisi, ingegnere del network provider interregionale Beacom (Lombardia, Piemonte, Liguria) che sta seguendo la sperimentazione della tecnologia H264 attraverso la cordata Consultmedia-Beacom-Bitonlive.
Così, mentre sono in fase di start-up DTT alcune grandi emittenti emiliane e venete, al Sud stanno preparando la colonizzazione del digitale terrestre le stazioni lucane Radio Radiosa (Matera) e Radio Carina (Potenza), che peraltro in Basilicata dispone già del canale Carina Tv.
“Insieme ad Andrea Valtulina di Bitonlive, che ha realizzato Flu-O, un ottimo prodotto per la gestione della radiovisione con grandi potenzialità per l’efficace sfruttamento della capacità trasmissiva, stiamo approfondendo tutte le criticità che ci vengono sottoposte dai clienti che stanno affrontando le soluzioni audiografiche e radiovisive“, sottolinea Stefano Apicella, advisor della joint venture promossa da Consultmedia.
“Un altro aspetto interessante del matrimonio tra radio e televisione consiste nella possibilità di incentivare un’area di business che per le emittenti radiofoniche diventa sempre più importante e cioè quella della gestione degli eventi – spiega Stefano Cionini, dell’Area Affari Legali di Consultmedia – E’ evidente infatti il maggiore appeal delle riprese televisive in tali occasioni e quindi il valore aggiunto derivante dalla radiovisione che, lo abbiamo ormai ampiamente dedotto, è sempre il passo successivo all’approcio iniziale di natura audiografica”. (E.G. per NL)