Ultime tra le grandi tv locali lombarde ad aver iniziato le trasmissioni in DVB-T (su un mux diffuso, sul canale UHF 30 dal Monte Calenzone in provincia di Pavia, in una ristretta parte della copertura analogica), le emittenti targate Mediapason sono ora pronte per lo switch off del 25 ottobre in Lombardia e Piemonte orientale (Area tecnica 3).
L’offerta digitale del gruppo di Sandro Parenzo (che si qualifica come "il 3° gruppo televisivo privato italiano") prevede cinque canali digitali tematici che si aggiungeranno alla conversione dei programmi analogici Antenna 3 Lombardia, Telelombardia e Canale 6. Dei nuovi contenuti, però, l’editore preferisce non parlare: “Appena dico qualcosa me la ritrovo nella concorrenza”, ha spiegato in un’intervista pubblicata nei giorni scorsi sul quotidiano Italia Oggi. Ma non è difficile immaginare che le aree tematiche cui verranno dedicati i canali saranno informazione, intrattenimento, salute, tempo libero e, ovviamente, sport, col calcio in prima linea. Proprio al calcio sarà dedicato il canale, già presentato, Top Calcio 24, che andrà a moltiplicare la copertura del format che ha fatto la fortuna di Telelombardia e Antenna 3: il talk show senza immagini, infarcito di polemica e telecronache “parlate”, tanto osteggiato quest’estate dalla Lega Calcio. Sarà su questo tema che la nuova offerta digitale del gruppo Mediapason tenterà di far leva, senza però riciclare personaggi già noti al pubblico delle emittenti nazionali: “Noi abbiano sempre creato all’interno i talenti”, ha dichiarato orgogliosamente Parenzo. Uno dei problemi, però, che il gruppo editoriale locale promotore anche della società consortile Rete Digitale Nazionale si è trovato ad affrontare è stato quello del posizionamento dei canali sul telecomando (la arcinota questione LCN), con una “retrocessione” di alcune posizioni. L’editore, però, non pare farne un dramma: “Chiaro che preferivamo stare al sette o all’otto, come è sempre stato – ha dichiarato – Adesso andremo al 10/11, ma ci sono tante altre cose importanti: un’assegnazione delle frequenze rispettosa anche delle locali, il problema delle provvidenze,affrontare la concorrenza. Sul telecomando, prima o dopo, la gente se vuole ti trova”. Minimizzato (forse un po’ troppo…) questo fattore, ora Parenzo e il suo gruppo si preparano allo switch-off, con i tre multiplex regionali e il centro di produzione milanese (foto), costruito tre anni fa con lo sguardo puntato al passaggio al digitale, già pronti. L’editore, però, pianta due paletti: no ai film e tanto meno alle repliche. Per quanto riguarda il primo punto, ha riferito: “Con l’attività che ho a Roma ho una library di 700 film. Non mi metto a fare concorrenza alle nazionali, preferisco venderli a Rai o a Mediaset”. Sulla seconda questione è stato altrettanto categorico: “La moltiplicazione del palinsesto con repliche non servirà, bisognerà avere una forte identità anche per la raccolta pubblicitaria. Una selezione ci sarà”. (G.C. per NL)