Perfezionata l’integrazione delle attività di operatore di rete digitale terrestre di Telecom Italia Media e del Gruppo Editoriale L’Espresso. Presidente della società, che assume la nuova denominazione di Persidera, è Massimo Confortini; confermato Paolo Ballerani come a.d.
Telecom Italia Media (TI Media) e il Gruppo Editoriale L’Espresso, hanno comunicato ieri che, dopo aver ricevuto le autorizzazioni previste dalla normativa applicabile lo scorso 13 maggio, si è perfezionata l’integrazione delle attività di operatore di rete digitale terrestre facenti capo rispettivamente a Telecom Italia Media Broadcasting S.r.l. (TIMB) e Rete A S.p.A. (Rete A) nei termini e alle condizioni già comunicati al mercato in data 9 aprile 2014. TI Media e il Gruppo Espresso deterranno rispettivamente il 70% e il 30% delle azioni di Persidera, nuovo nome di TIMB (sicché il soggetto derivato non è una newco in senso stretto), che assumerà la forma giuridica di Società per Azioni e controllerà l’intero capitale di Rete A. Al vertice di Persidera è nominato Massimo Confortini, nel ruolo di Presidente, mentre Paolo Ballerani viene confermato nel ruolo di Amministratore Delegato. Il Consiglio di Amministrazione si completa con Severino Salvemini, nominato Vice Presidente, Adriano De Maio, Francesco Dini, Luigino Giannini, Guglielmo Noya, Carlo Ottino e Francesca Petralia. "Con questa operazione – fanno sapere i due poli industriali italiani – nasce il principale operatore di rete indipendente in Italia, dotato di cinque multiplex digitali con un’infrastruttura a copertura nazionale, di grande capillarità e capace di erogare servizi ad elevato standard qualitativo. Il gruppo risultante dall’operazione sarà il fornitore di riferimento dei principali editori televisivi non integrati, nazionali ed esteri, operanti sul mercato italiano. L’operazione consentirà inoltre di conseguire rilevanti sinergie industriali". Telecom Italia porterà in dote nel matrimonio con L’Espresso l’accordo per la veicolazione sul carrier DTT di Telecom Italia di 5 canali marchiati Sky (semmai detto contratto si perfezionerà, ovviamente). Dopo il lancio di Cielo, canale televisivo free-to-air sulla piattaforma DTT (di Rete A), è stata infatti confermata nei giorni scorsi l’intenzione di Sky (ipotizzata da questo periodico oltre un anno fa) di presidiare con determinazione la tecnologia trasmissiva numerica terrestre per integrare le piattaforme pay satellitari (dove Murdoch è indiscusso leader) e IP (per la quale Sky aveva siglato un accordo con Telecom Italia che entrerà a regime nel 2015 e che implicherà il lancio di un decoder unico basato sui tre vettori). Lo spazio sul DTT per trasmettere 5 marchi/palinsesti sarebbe stato prenotato da TIMB a un prezzo annuo di 20 milioni di euro, cioè 4 milioni di euro per canale, presumibilmente di ottima qualità, quindi pari a 4 MB/s (in linea quindi con il valore di mercato di 1 mln di euro a MB/s per il raggiungimento di 55 mln di abitanti, con costo contatto annuo di circa 0,018 euro per testa illuminata). Tale accordo dovrebbe sostituire il contratto di LA7 e La7d con Cairo Communication che scadrà nel 2016 e potrebbe sostenere la domanda di frequenze digitali in Italia dopo la recente mancanza di interesse per l’assegnazione delle frequenze DTT dal Ministero italiano dello Sviluppo Economico (solo Cairo aveva presentato un’offerta, aggiudicandosi poi l’assegnazione del Lotto 3) e generare 6-7 milioni di euro di ricavi aggiuntivi. Persidera dovrebbe generare circa 100 milioni di euro di fatturato annuo, con un ebitda che gli analisti di Banca Akros stimano intorno a 35 milioni di euro, escluse le potenziali sinergie (ma il calcolo era stato fatto tenendo conto del contratto con Cairo Communications per la veicolazione di La 7 e La7D). Telecom Italia si è riservata la possibilità di acquistare il diritto di utilizzo di una delle cinque frequenze controllate dalla nuova TIMB. "Il contratto con Sky aiuterà la newco a colmare la larghezza di banda disponibile e potenzialmente ad aumentare il valore della società che verrà dismessa", avevano precisato alcuni giorni fa gli analisti di banca Akros. I tre multiplex di TI Media attualmente ospitano 19 canali, il che implica un utilizzo del 94% dei 65Mbps disponibili; per contro, i due multiplex di L’Espresso hanno un’ampia capacità inutilizzata (la società originariamente ha previsto di aumentare il numero dei canali ospitati dagli 8 di quest’anno a 12 nel 2018). I conti 2013 di TI Media implicano che ciascun canale genera in media 3,8 milioni di euro di ricavi annui. Ma per gli analisti di Banca Akros ci potrebbero essere forti sconti concessi a start-up o a situazioni particolari, legati sia alla fuoriuscita di Cairo dal mux e dal prossimo avvio della tecnologia DVB-T2, che aumenterà sensibilmente la banda a disposizione e quindi la competizione tra network provider. "Crediamo che Sky abbia scelto canali di alta qualità, tra cui, eventualmente, quelli ad alta definizione in modo che 20MBps possano essere un obiettivo ragionevole a medio termine", avevano aggiunto gli esponenti della banca d’affari a riguardo del deal con la società della news Corp. Gli esperti di Banca Akros stimano che questo potrebbe implicare 15/20 milioni di euro a pieno regime di proventi annuali e 10 milioni di euro di contributo annuo a livello di margine operativo lordo. "La creazione di valore potenziale è fra 50 e 100 milioni, di cui il 70% attribuibile a TI Media. L’impatto sul nostro fair value della società è di oltre 0,3 euro per azione. Per cui il target price su TI Media sale da 1,35 a 1,55 euro e il rating da reduce ad accumulate", avevano concluso a Banca Akros. (E.G. per NL)