Come noto, le decisioni dell’Unione Europea sullo sviluppo della banda larga mobile prevedono che l’Italia (insieme ad altri paesi) debba presentare entro il giugno del 2018 un piano per la cessione alle telco della banda 700 MHz (attualmente occupata dai segnali del digitale terrestre in T1), passando al DVB-T2 entro il 2020.
Al Forum Europeo Digitale di Lucca degli scorsi giorni ci sono stati pareri discordanti in merito alla questione: alcuni addetti ai lavori puntano alla proroga dal 2020 al 2022 per permettere un adeguato periodo di transizione, altri (Francesco Leveque, direttore marketing AV di Samsung Electronics Italia), hanno inneggiato al DTT-HEVC anticipato al 2020 come grande opportunità per i broadcaster (visti per esempio i positivi riscontri avuti in Germania), mentre altri ancora hanno promosso l’ipotesi di una possibile coesistenza di trasmissioni T1 e T2 attraverso un progressivo switch-over (ipotesi ostacolata dai superplayer). Per parte propria, Alberto Morello di RaiWay, sposando un’ipotesi promossa su queste pagine, osservato che “ad oggi non sembra possibile uno switch off totale al DVB-T2 nel 2022″, ha fatto notare che ora di allora, però, “non ci saranno più TV MPEG2 a risoluzione standard. Quindi potremmo fare il primo passaggio verso l’H.264 restando in DVB-T e permettere un primo step di miglioramento, visto che si potranno avere tutti i canali in HD”. Il passaggio all’H264 consentirebbe, rimanendo in T1, di avere molta più capacità trasmissiva a disposizione, salvando capre e cavoli. Una dichiarazione (resa al quotidiano Digital Day) che conferma le voci che vorrebbero il direttivo tecnico della tv pubblica intenzione a passare all’AVC H.264 nel 2022 con l’attivazione del solo multiplex MUX5 in DVB-T2 in attesa della cessione della banda 700 MHz. (M.R. per NL)