“Lo Stato ha regalato alle reti tv nazionali, senza che ne abbiano alcun diritto poiche’ non vantano ne’ concessioni ne’ possesso di canali, ben 5 multiplex digitali nazionali".
"Di contro, ha espropriato il settore delle tv locali di ben 9 frequenze mettendole all’asta fra le compagnie telefoniche e ricavando qualcosa come circa 4 miliardi di euro. Ha, quindi, illegittimamente favorito, facendo regali non dovuti, un comparto (le reti nazionali) a danno di un altro (le tv locali) e ha ulteriormente penalizzato e indebolito quest’ultimo settore, privandolo di frequenze” e’ quanto scrive in una nota Luca Montrone, presidente dell’associazioni di emittenti locali Alpi, nonche’ presidente di Telenorba denunciando che “il conflitto di interessi sta raggiungendo livelli insostenibili”. “Ma al danno – rileva ancora Montrone – le tv locali devono aggiungere la beffa: l’esproprio dalle frequenze e’ avvenuto, rivoluzionando tutte le regole, a titolo obbligatorio, ma gratuito, cioe’ senza corrispettivo. Dei 4 miliardi incassati dallo Stato dalla vendita delle frequenze sottratte alle tv locali, a queste ultime non e’ toccata alcuna risorsa”. E ha continuato: “Questo atto, della cui legittimita’ si occuperanno molto presto le sedi competenti va ad aggiungersi alla distrazione di fondi che lo Stato continua a perpetrare a danno delle tv locali, non finanziando nei termini previsti dalla legge il fondo nazionale per le emittenti locali costituito (legge 422/93) con parte degli introiti del canone sul possesso del televisore(erroneamente chiamato canone Rai)che i cittadini pagano annualmente”. La tv locali, ha garantito Montrone, “non se ne staranno con le mani in mano, ma promuoveranno tutti i ricorsi possibili nelle sedi appropriate, sia per contrastare l’inapplicazione della legge 422/93, sia per ottenere il ristoro del danno subito dall’illegittimo esproprio delle frequenze – conclude – al Governo nel frattempo chiedono che almeno il 10% del ricavato dell’asta venga destinato, attraverso i Corecom, al potenziamento e allo sviluppo del settore televisivo locale secondo le regole e le graduatorie vigenti”. (AGI)