Basta carte prepagate, che creano un pacco abbonati instabile e troppo soggetto a variazioni periodiche. È questo, in sostanza, il diktat autoimposto da Piersilvio Berlusconi per il nuovo anno di Mediaset Premium.
La crescita esponenziale, negli ultimi anni, dell’emittente digitale terrestre del Biscione, il raggiungimento di risultati positivi dovuti all’aumento degli introiti pubblicitari e del numero di abbonati – che hanno portato per la prima volta, nell’anno appena trascorso, l’emittente a un risultato operativo positivo (7,9 milioni di euro) – hanno spinto i vertici a rivedere la propria strategia, al fine di creare maggiore fidelizzazione nei confronti della propria clientela. Se, infatti, nei primi anni di lancio l’offerta era stata indirizzata verso il proliferare di carte prepagate, per differenziare l’offerta da quella di Sky – il proprio maggior concorrente – e per farla risultare più attraente sul piano economico, ora che Mediaset Premium è cresciuta e ha raggiunto un bacino d’utenza ragguardevole, è giunto il momento di portare a casa una fetta di target che abbia deciso di fare una scelta ben definita: Mediaset Premium sì, Sky no. Per farlo, ovviamente, ha deciso di puntare su una campagna pubblicitaria e su un’offerta conveniente sul piano economico, che però imbriglierà gli abbonati, facendoli diventare clienti fedeli, come quelli di Sky. La campagna pubblicitaria è partita tre giorni fa e ha come padrini Claudio Amendola, volto consolidato della Mediaset popolare, per famiglie, per la sua partecipazione alla fiction “I Cesaroni”, e Luca e Paolo, volti, invece, della Mediaset giovane, che segue “Le Iene”. L’offerta prevede una tariffa commerciale di 152 euro per un abbonamento di otto mesi (gennaio-agosto) ai pacchetti Calcio e Gallery (film e fiction), per i nuovi abbonati, entro il 28 febbraio. Il costo della tessera Easy Pay verrà, poi, decurtato dalla fattura di pagamento. Per chi volesse, invece, continuare a usufruire della carta prepagata, il costo sale a 199 euro, per un periodo di sei mesi (gennaio-giugno), per gli stessi pacchetti. La strategia è chiara. La crisi economica, infatti, rende la clientela più fluttuante e facilmente soggetta a cambiamenti nel tempo, a seconda delle finanze familiari. Gli abbonamenti in prepagata, perciò, comportano il rischio di variazioni, anche molto grandi, nel corso di periodi relativamente brevi. Ricordiamo, infatti, che Mediaset Premium aveva chiuso il 2009 a quota 3,7 milioni di abbonamenti, per poi subire un’impennata e giungere a 4,4 milioni alla fine del primo semestre 2010. Poi, la scadenza di 2 milioni di abbonamenti aveva costretto l’azienda a ricominciare, sostanzialmente, daccapo. Gli abbonati sono tornati, in stragrande maggioranza, tant’è che oggi la piattaforma conta circa 3,8 milioni di utenti, ma solo poco più di un milione, tra loro, ha sottoscritto un abbonamento Easy Pay, tenendo Mediaset preda delle fluttuazioni del mercato e della crisi economica. (L.B. per NL)