"L’assoluto quadro di incertezza tecnica, il mancato coordinamento con l’Abruzzo per lo switch-off, la mancanza di frequenze ‘coordinate’ con i Paesi balcanici che costringeranno le tv locali a diminuire la potenza di trasmissione su valori dalle 100 alle 1000 volte inferiori rispetto alle omologhe emittenti nazionali per non disturbare le legittime trasmissioni dai Paesi vicini, provocheranno il drastico ridimensionamento delle tv marchigiane con conseguenze davvero pesanti sull’occupazione e sul pluralismo dell’informazione".
Lo sostiene la Slc Cgil Marche, a pochi giorni dal passaggio al digitale terrestre anche nella regione. "Il recente successo dell’operazione di Michele Santoro – aggiunge il sindacato – dimostra quanto sia forte il peso in audience delle tv locali e quanto possano fungere da contraltare al mercato bloccato delle tv nazionali, monopolizzato da due o tre soggetti al massimo. Per questi motivi anche la Cgil si unisce al coro di tutte le istituzioni locali, delle Associazioni di categoria e delle emittenti televisive che hanno chiesto alle Autorita’ competenti di rimandare lo switch-off nelle Marche al maggio 2012, in concomitanza con quello abruzzese". (AGI)