DTT. Liberazione frequenze. Giunco: non faremo salto nel buio. Senza conoscere modalità indennizzo pronti a ricorrere con conseguenze negative per intero processo transizione

liberazione

Liberazione delle frequenze entro il 30/05/2020: operatori tv locali non ci stanno. Pronti a ricorrere con ricadute negative su intero processo di transizione della banda 700 MHz se non verranno rese note in anticipo le regole del gioco, con indicazione della misura di idennizzo e dei tempi di liquidazione.

Pubblicazione a tarda serata alla vigilia di una festività

Giovedì 30 aprile dopo le ore 20.00 l’apparato burocratico del MISE, senza alcun confronto con le Associazione rappresentative del comparto, ha pubblicato un avviso nel quale informa gli operatori di rete in ambito locale, interessati al rilascio volontario anticipato delle frequenze, che tale rilascio dovrà essere effettuato inderogabilmente dal 4 al 30 maggio 2020.
E ciò senza conoscere le modalità operative e le procedure per l’erogazione degli indennizzi previsti per legge, cioè senza conoscere gli importi spettanti ed i tempi di liquidazione“.

Come si può solo pensare che editori possanno accettare un salto nel buio?

Così una nota inviataci dal presidente dell’Associazione Tv Locali di Confindustria Radio TV, Maurizio Giunco, che sottolinea come “nonostante la pubblicazione dell’avviso pubblico da parte del MISE, allo stato attuale, non vi è ancora traccia del Decreto interministeriale previsto al comma 10 dell’articolo 4 del DM 19 giugno 2019″.
Ci chiediamo – spiega Giunco  – come possa essere immaginabile che un operatore di rete possa consegnare la propria frequenza allo Stato, il quale solo dopo tale riconsegna, fisserà, con evidente discrezionalità, le regole per l’indennizzo di tale rilascio. Quindi: prima si rilascia volontariamente e anticipatamente la frequenza, poi verranno comunicate le regole di tale rilascio!

Occhio al loop

Occorre inoltre sottolineare che il rilascio volontario di tali frequenze risulta indispensabile ai fini del coordinamento e del processo di conversione in atto, poiché queste dovranno essere temporaneamente assegnate alle reti nazionali obbligate al rilascio delle attuali frequenze nelle c.d. aree ristrette.

Incomprensibile ritardo

Risulta incomprensibile inoltre il motivo di tale ritardo, infatti il fondo è stato stanziato oltre due anni e mezzo fa e la procedura è consolidata dalle precedenti rottamazioni per il rilascio della banda a 800 MHz.
Gli operatori fino ad oggi hanno proceduto rispettando puntualmente le date fissate dalla roadmap, nonostante la fase di emergenza sanitaria e le difficoltà operative incontrate. In assenza del decreto che fissa le modalità, gli importi di indennizzo ed i tempi di pagamento, gli operatori di rete locali non aderiranno incautamente al rilascio anticipato delle frequenze, con tutte le conseguenze negative che ciò comporterà all’intero processo di transizione.

Pronti a ricorrere

E’ impressione dell’Associazione TV Locali – insiste Giunco – che qualora il Mise intenda proseguire su tale singolare percorso, agli operatori di rete locali non resterà altro da fare che rivolgersi ai tribunali amministrativi.
Pertanto è necessario che il Ministero riesamini al più presto la questione emanando rapidamente il decreto indennizzi, provvedendo conseguentemente al differimento delle date previste dall’Avviso Pubblico”, conclude il presidente dell’Associazione Tv Locali di Confindustria. (E.G. per NL)

foto antenne di Floriano Fornasiero

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