Anche il Regno Unito accelera per la liberazione della banda 700 MHz, lasciando la Spagna come unico possibile alleato nella richiesta italiana di ritardare la scadenza.
Londra si attiva per velocizzare il processo di liberazione della banda 700 MHz da cedere al mobile in modo da completare il processo entro il 2020, limite proposto dalla Commissione Europea. L’Ofcom (ovvero il garante per le comunicazioni britannico) ha infatti avviato l’11 marzo una consultazione per riuscire a risolvere la questione entro il secondo trimestre 2020, seguendo dunque la scia di Francia e Germania che hanno invece già completato le aste per le frequenze lo scorso anno. La notizia fa saltare sulla sedia gli operatori italiani visto che, proprio nei giorni scorsi, il nostro paese aveva richiesto al Parlamento europeo più tempo (almeno fino al 2022) e contava per la questione sull’appoggio proprio di Regno Unito e Spagna. Il fatto che adesso Londra si stia muovendo in senso opposto, cioè per adeguarsi al restringimento dei tempi, lascia Spagna e Italia da sole a fare la parte dei bastian contrari. Secondo quanto progettato dal governo d’oltremanica, le emittenti da sfrattare saranno trasferite sulla banda 600 MHz, attualmente occupata dalla società di telecomunicazioni Arqiva. Quest’ultima, è titolare di una licenza per la fornitura di servizi aggiuntivi al digitale terrestre con scadenza al 2026, in virtù della quale occupa tali frequenze, e che Londra prevede di revocare per poi traslocare altrove i mux a fine 2017. Ofcom sostiene, inoltre, che i disagi per i consumatori siano minimi, poiché questi dovrebbero solamente risintonizzare i ricevitori; il garante non nasconde, tuttavia, che alcuni utenti saranno costretti a installare nuove antenne, ma evidenzia anche come questi rappresentino una minima parte e che dunque non incidono eccessivamente sulle difficoltà dell’operazione. Oltre che con la tv digitale, il Regno Unito sfrutta la banda 700 MHz anche per la produzione di programmi televisivi ed eventi speciali che, si prospetta, saranno spostati sulla banda 960-1164 Mhz, attualmente in uso ai servizi radio aeronautici e di navigazione. Nel frattempo, in Italia, sembrano essere gli operatori (soprattutto quelli più forti) a guidare la linea politica del governo che, per il momento, non ha ancora toccato la questione se non per riportare le lamentele degli operatori all’Unione Europea. (E.V. per NL)