Oltre alle contestazioni delle tv locali (Agcom dovrebbe rendere nota nella prossima settimana la decisione a riguardo delle loro richieste), c’è un altro fattore che potrebbe incidere sull’avvio o sulla positiva conclusione del processo di integrale digitalizzazione dell’area tecnica 3 e, più in generale, del nord Italia.
E’ il ricorso presentato al TAR Lazio da Sky Italia, la società della News Corp di Rupert Murdoch a cui fa riferimento la News Corporation Stations Europe, editrice del programma Cielo, veicolato sul DTT da Rete A, network provider del gruppo L’Espresso. Sky, come noto, parteciperà, con l’avvallo dell’UE, al beauty contest che nei prossimi mesi sarà indetto dall’ancora acefalo Ministero dello Sviluppo Economico sulla base delle regole in corso di definizione da parte di Agcom per l’assegnazione dei 5 mux costituenti il dividendo digitale. Sky ha quindi un interesse immediato ed un interesse prospettico alla definizione di un aspetto inscindibilmente collegato alle trasmissioni in tecnica digitale terrestre: quello del logical channel numbering. In effetti, per catturare l’audience sul DTT non basta essere presenti su multiplexer di reti digitali dotate di buona copertura territoriale: bisogna avere anche programmi di grande appeal ed essere intercettabili dagli utenti che, diversamente, si perderebbero del mare magnum dei 1000 canali tv (sarebbe come navigare su Internet senza motori di ricerca). E se nessun problema contenutistico e di distribuzione del segnale sulle aree demograficamente più rilevanti del territorio sembra affliggere Murdoch, forti timori lo Squalo ha per quanto riguarda il posizionamento automatico dei canali DTT sui telecomandi. Lui che, prima di tutti, aveva capito l’importanza della numerazione dei programmi digitali, introducendo l’indubbiamente efficace soluzione a tre cifre sulla piattaforma satellitare di Sky Italia, è certo che la delibera Agcom e i conseguenti bandi ministeriali per l’assegnazione degli LCN comprometteranno il posizionamento degli avviandi programmi della News Corp sui bouquet terrestri. Così il tycoon ha impugnato, con un corposo ricorso di 60 pagine, al TAR Lazio la delibera Agcom e i bandi di assegnazione per i logical channel number, chiedendone l’annullamento. Secondo Sky Italia, infatti, la normativa sugli LCN approvata dall’Autorità per le garanzie nelle telecomunicazioni (con la quale è già in rotta di collisione) sarebbe pesantemente discriminatoria per i fornitori di contenuti (rectius, di servizi di media audiovisivi) nuovi entranti, privilegiando, ancora una volta, gli operatori esistenti, cioè i programmi derivati dalle tv analogiche generaliste preesistenti. Secondo il ragionamento giuridico di Murdoch, le regole di assegnazione degli LCN studiate da Agcom ed applicate dal MSE-Com, agevolando esplicitamente e non del tutto motivatamente i programmi evoluti dall’era analogica, condannerebbero al nanismo editoriale-imprenditoriale i nuovi soggetti, o comunque renderanno impari la competizione, vanificando i principi alla base del DTT stesso, attraverso la sostanziale creazione di emittenti di serie A e di serie B in luogo di un’equa competizione tra operatori esistenti e nuovi content provider. Del resto, non considerare Cielo un canale generalista nazionale al pari di quelli di RAI, Mediaset, La 7 e relegandolo in una posizione LCN meno frequentata, costituirebbe, secondo la lettura offerta da News Corp., un’illegittima e arbitraria discriminazione, incompatibile con la carta costituzionale italiana e coi principi giuridici di stampo sovranazionale (tanto che nel ricorso di Sky sarebbe stata sollevata questione di legittimità costituzionale delle norme contestate). E poiché l’assegnazione dei numeri LCN è ormai legata a doppio filo con l’assegnazione delle frequenze DTT in un rapporto di interdipendenza tecnico-giuridica, non è detto che un eventuale provvedimento cautelare dei giudici amministrativi a riguardo del logical channel numbering non possa riverberarsi sui procedimenti di assegnazione delle frequenze nell’ambito di ricorsi già presentati contro il PNAF o che saranno inevitabilmente avanzati dagli insoddisfatti delle imminenti attribuzioni radioelettriche nell’area tecnica 3. (M.L. per NL)