Come noto, l’altro ieri il Consiglio di Stato ha accolto l’istanza cautelare presentata da Agcom per la sospensione dell’esecutività della sentenza del TAR del Lazio che aveva annullato la delibera Agcom n. 366/10/CONS sull’attribuzione della numerazione automatica dei canali del DTT.
Alla decisione dei giudici amministrativi di secondo grado hanno fatto seguito le manifestazioni di "soddisfazione" di Aeranti-Corallo e FRT (che, insieme a DGTVi, rappresentante i player nazionali, erano intervenuti nel procedimento promosso da Agcom "ad adiuvandum") e di "disapprovazione" degli enti esponenziali facenti capo alla cordata del CARTv (CNT, Conna, Comitato Radio Tv Locali, REA, intervenuti "ad opponendum"). Su queste pagine abbiamo così ospitato i punti di vista di Aeranti-Corallo, della FRT, del CNT e del Comitato Radio Tv Locali. Ora è la volta del Conna, altro sindacato favorevole alla decisione del TAR Lazio sospesa dal CdS. Secondo il portatore di interessi diffusi, la parola fine sulla vicenda non è ancora detta, posto che "in sede di pronunciamento definitivo, il Consiglio di Stato non potrà che confermare la sentenza del Tar del Lazio perché sarebbe insostenibile impedire al cittadino consumatore di memorizzare le stazioni che preferisce a suo piacimento, esattamente come avveniva per la ricezione analogica". "Potranno anche essere stabilite delle eccezioni, per esempio assegnando in tutta Italia i primi tre numeri dei telecomandi al servizio pubblico gestito dalla Rai – spiega in una nota l’associazione presieduta da Mario Albanesi – ma gli altri, dal 4 al 9 non potranno essere attribuiti vita natural durante a singoli soggetti che possono nel tempo non riscuotere più i favori dei cittadini magari per un offuscamento della loro rappresentatività industriale se non per un pur sempre possibile tracollo finanziario. Inoltre sarebbe intollerabile assistere ad una mercificazione dei numeri assegnati in automatico – ritenuti motivo fondamentale di successo commerciale – che diventerebbero oggetto di vendita ad altissimo prezzo ad aziende emergenti come avviene in altri campi (licenze dei taxi, cessione di concessioni ecc..)". "A parte la questione dei numeri LCN sui telecomandi le imposizioni autoritarie non finiscono qui – continua il CONNA – perché a breve seguirà – sempre organizzata dall’accoppiata Agcom e ministero – l’asta delle frequenze espropriate a circa 200 televisioni locali italiane non tanto per “far cassa” ma per far tacere tante voci che tolgono ascoltatori ai grossi gruppi e non sono controllabili politicamente". "Una posizione – chiude il comunicato dell’associazione – che potrebbe costare cara allo Stato che sarà chiamato a rispondere in sede nazionale ed europea, costretto a versare una somma di indennizzo di gran lunga superiore ai 3/4 miliardi di euro incassati con la confisca delle frequenze" (M.L. per NL)