Il Consiglio di Stato ha confermato, con ordinanza in data 30/08/2011, la sospensiva concessa con decreto inaudita altera parte a seguito del ricorso proposto dall’Agcom e dal MSE-Com per l’annullamento della sentenza del TAR Lazio che aveva annullato la Delibera 366/10/CONS recante il Piano di numerazione automatica dei canali DTT.
Il CdS, ritenuto "che il provvedimento di regolamentazione – impregiudicata ogni valutazione nel merito in ordine alla congruità ed idoneità della fase istruttoria preordinata alla sua adozione – realizza, allo stato, un ordinato e coerente sistema di accesso ai canali di trasmissione televisiva digitale che, nella more della decisione nel merito della presente impugnativa, persegue fini di rilievo pubblico prevalenti su singole posizioni delle emittenti locali che si assumono lese dalla numerazione assegnata, prevenendo situazioni di generale incertezza e, di fatto, di deregolamentazione dell’accesso e dell’utilizzo dei canali di radiodiffusione digitale", ha accolto l’istanza cautelare e, per l’effetto, ha sospeso l’esecutività della sentenza impugnata. Nel giudizio, come noto, si erano costituiti i due schieramenti a favore del ricorso e quindi contrari alla sentenza del TAR (che hanno spiegato un intervento ad adiuvandum) e contrari all’istanza Agcom e favorevoli al provvedimento dei primi giudici (intervenuti ad opponendum). Questi gli operatori che hanno spiegato l’intervento ad adiuvandum: Aeranti-Corallo, Dgtvi, Federazione Radio Televisioni (FRT), MTV Italia, Telecom Italia Media, Class Editori, Associazione Tv Digitali Indipendenti (ATDI), Switchover Channels, Discovery Italia e Hse24 Spa. Ad opponendum si sono costituiti: Beta, Telenorba, Super Tv, La9, TBS Retecapri, Astera – Canale 31, Napoli 9 – Tele Acerra – Tele Akery, La8, Quarto Canale, Associazione Culturale Golfo 2000 – Telegolfo, Cominvest – Tele Capri News, Magna Grecia Media & Television – Tele Capri Sport, International Marketing Company, Dvbcom, Unitedcom, Advanced Telecommunications And Informations, Radio Tele Diogene, Associazione Rinascita Culturale e Sociale del Mezzogiorno – Gente di Mare Tv, Conna Coordinamento Nazionale Nuove Antenne, Rea Radiotelevisioni Europee Associate, Associazione Nazionale Utenti Televisivi e Consumatori 1999 Utelit Consum, Cnt Coordinamento Nazionale Televisioni Terzo Polo Digitale, Napoli Tivù, Rat-Sloga Promoskulture, Epa Media, Associazione Culturale Tempo & Memoria – Tv Televallo, Telepavia. Marco Rossignoli, coordinatore Aeranti-Corallo ha così dichiarato: "Esprimiamo soddisfazione per la decisione del Consiglio di Stato. La preoccupazione degli editori televisivi locali era infatti quella di evitare l’apertura di una fase molto lunga di mancanza di regolamentazione in materia, con la conseguente riproposizione del caos nella individuazione dei programmi che ha caratterizzato le trasmissioni digitali in Lazio, Campania e Piemonte Occidentale nel periodo compreso tra gli ultimi mesi del 2009 e la fine del 2010. A seguito dei provvedimenti del Consiglio di Stato, ha aggiunto Rossignoli, le televisioni locali continuano ad avere una rilevante presenza nel mercato televisivo, utilizzando 39 numerazioni tra le prime cento, di cui 10 tra le prime 20”. Analoga soddisfazione è stata espressa dalla FRT – Federazione Radio Televisioni (che pure fino alla vigilia della camera di consiglio non aveva fatto conoscere il proprio orientamento). Il Presidente della FRT, Filippo Rebecchini, ha dichiarato : "la sospensione dell’esecutività da parte del Consiglio di Stato delle sentenze del TAR Lazio è una buona notizia e consente all’intero sistema televisivo, nazionale e locale, di continuare ad operare in un regime regolamentato scongiurando così le incertezze derivanti dalla mancata assegnazione della numerazione dei canali". Particolarmente soddisfatto della decisione del CdS è anche il Presidente dell’Associazione TV Locali FRT Maurizio Giunco, "soprattutto in considerazione del fatto che una delle due sentenze del TAR – con l’annullamento dell’art. 5 della delibera – interessava unicamente il settore delle tv locali". Di segno naturalmente contrario il commento dell’associazione CNT, uno dei soggetti appartenenti allo schieramento opposto a quello di Aeranti-Corallo/FRT/DGTVi. "Come previsto la sesta sezione del Consiglio di Stato, in seduta collegiale, con ordinanza del 30 agosto ha confermato il proprio decreto del 2 agosto 2011 consentendo, così, la piena produzione degli effetti alla delibera AGCOM n. 366/10/CONS relativa al Piano di numerazione automatica dei canali della televisione digitale terrestre in chiaro ed a pagamento (delibera che era stata annullata dalla sentenza n. 6814/2011 del TAR del Lazio del 29 luglio 2011). Anche la motivazione dell’ordinanza era altrettanto prevista e scontata", ha dichiarato in una nota Costantino Federico, presidente dell’associazione che rappresenta prevalentemente gli interessi di Telecapri e Retecapri. "In pratica il Consiglio di Stato assolve – ma solo temporaneamente – la suddetta delibera n. 366/10/CONS in nome di un presunto interesse generale (“fini di rilievo pubblico”) alla conservazione di un ordine dei canali; anche se, è il caso di aggiungere, si tratta di un ordine solo apparente e per giunta ottenuto a spese degli utenti e delle emittenti di qualità e legate al territorio. Quello che invece è di enorme rilievo, quanto significativo, nell’ordinanza del Giudice d’appello della giustizia amministrativa, è la riserva di valutare la “congruità ed idoneità della fase istruttoria precondizionata alla adozione di tale regolamentazione”, ha continuato Federico. "Il Consiglio di Stato ha in pratica recepito e non ha di certo contestato quelle che sono state le puntuali osservazioni e riserve, per altro alla base delle sentenze del TAR del Lazio, dei dubbi, delle perplessità e delle anomalie che suscitano le graduatorie Corecom utilizzate come principio base (fatturati e dipendenti) per l’assegnazione dei numeri sul telecomando. Principio che, come più volte denunciato dal CNT-TPD e da molti degli intervenuti ad opponendum, non tiene conto di altri più pertinenti parametri nonché dei contenziosi in corso sulle graduatorie dei Corecom, molte delle quali sono state costituite con alterazioni, falsificazioni e manipolazioni dei documenti e delle domande (come accaduto, ad esempio, in Puglia e Campania). Nella sostanza – ha sottolineato Costantino Federico – il Consiglio di Stato ha deciso di non decidere, anche se nel provvedimento è chiara la riserva della decisione nel merito per quanto riguarda il vero e unico punto controverso, e cioè proprio le graduatorie Corecom che contrastano, peraltro, nettamente il criterio stabilito dalla stessa AGCOM, vale a dire ‘il rispetto delle abitudini e delle preferenze del pubblico’ e, quindi, dell’audience. Prendiamo atto, dunque – ha concluso l’ente esponenziale – che la guerra è solo all’inizio. Si attende, allora, la valutazione del merito che sicuramente evidenzierà l’illegittimità della delibera n. 366". Sulla stessa linea il Comitato Radio Tv Locali, secondo il quale "mentre il Consiglio di Stato conferma il freno alle tv locali sulla numerazione del telecomando, il Governo le espropria dei canali per darli ai soliti noti". Il CRTL "prende atto della decisione del Consiglio di Stato di sospendere la sentenza del TAR Lazio che aveva annullato la Delibera 366/10/CONS dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni recante il piano per la numerazione automatica dei programmi sul digitale terrestre, sicuri di una rapida sentenza di merito che confermerà l’annullamento dell’ingiusta delibera, tesa a privilegiare solo pochi ai danni della maggioranza delle Tv Locali che si ritrovano confinate dopo il numero 70 del telecomando e dopo nuove Tv nazionali … anche di solo televendite!" "Stiamo vivendo un allucinante dramma e solo pochi politici sensibili alle nostre vicende sono dalla nostra – continua l’ente esponenziale – L’opposizione al Governo non si è ancora schierata contro le incredibili ingiustizie che stiamo subendo a vantaggio dei soliti noti. Ma come è possibile che passino quasi inosservate, normative che in sostanza espropriano le piccole tv locali operatori di rete della loro frequenza? Alcune frequenze vengono addirittura regalate con la gara denominata: “Beauty Contest” ai soliti noti tra cui Mediaset . Altre vengono in questi giorni vendute all’asta alle varie Telecom per farci la tv mobile via internet! Incredibile che possano passare leggi che calpestino così palesemente semplici diritti di libertà d’impresa espressi nella Carta Costituzionale di uno Stato che si dichiara democratico. Ma possibile che solo pochi politici si sono resi conto che è passata una legge dello Stato che ci impedisce addirittura di ricorrere in Tribunale per far sospendere provvedimenti che ledono il nostro diritto d’impresa? Qualcuno cerca di imbrogliare anche sui conti economici: ma quale vantaggio avrebbe lo Stato quando si ritroverà a pagare oltre 5 miliardi di danni alle emittenti locali operatori di rete locali espropriate? Chi quindi trarrà vantaggio da questa scellerata politica? Una semplice informazione che forse è sfuggita: Telecom, Wind, Vodafone e La 3 ora valgono insieme in termini di fatturato pubblicitario per la sola Mediaset: 340 milioni di euro … all’anno ! E allora ? Chi saranno i beneficiari del “bottino”?, chiude il comunicato del CRTL. (M.L. per NL)