La decisione del 29 luglio u.s. del Tar Lazio con la quale era stata annullata la delibera n. 366/10/CONS dell’Agcom è stata sospesa con provvedimento presidenziale cautelare nell’ambito del giudizio di appello proposto dall’Agcom.
Il Consiglio di Stato riesaminerà quindi l’istanza di sospensiva in sede collegiale all’udienza in Camera di Consiglio del 30 agosto p.v.; successivamente dovrà decidere la causa anche nel merito. Marco Rossignoli, coordinatore Aeranti-Corallo ha dichiarato: “Aeranti-Corallo esprime soddisfazione per il provvedimento di sospensione dell’esecutorietà della decisione del Tar Lazio disposto oggi nell’ambito del giudizio di appello proposto dall’Agcom avanti il Consiglio di Stato. Aeranti-Corallo, nei prossimi giorni interverrà in giudizio per sostenere la legittimità della delibera n. 366/10/CONS della Agcom. Il settore televisivo locale – ha proseguito Rossignoli – è, infatti, convinto che le graduatorie Corecom (basate sulla media dei fatturati dell’ultimo triennio, nonché sul numero e sulla tipologia dei lavoratori dipendenti delle tv locali), siano idonee a garantire, come richiesto dalla legge, le abitudini e le preferenze degli utenti e costituiscano un criterio oggettivo facilmente misurabile rispetto ad altri criteri (quali ad esempio la pre-sintonizzazione analogica, l’audience, l’area di servizio coperta o il radicamento sul territorio) i quali avrebbero a suo tempo richiesto la formulazione di nuove e apposite graduatorie con l’impiego di tempi procedimentali non compatibili con l’urgenza di definire le numerazioni nelle aree già digitalizzate. Aeranti-Corallo auspica ora che il Consiglio di Stato accolga l’appello nel merito annullando la decisione del Tar Lazio. Infatti – ha continuato Rossignoli – una eventuale nuova regolamentazione in materia (che dovrebbe essere emanata qualora la decisione del Tar Lazio venisse confermata) comporterebbe tempi di emanazione piuttosto lunghi, con evidente rischio – nel frattempo – di caoticità nella ricezione dei programmi televisivi. Inoltre – ha concluso Rossignoli – la mancanza di regolamentazione in materia di LCN comporterebbe un’inevitabile ritardo al processo di digitalizzazione televisiva nelle dieci regioni dove la transizione deve ancora avvenire, con grave danno anche per l’utenza".