Secondo il quotidiano La Repubblica, "la pax televisiva" starebbe per saltare. "In questi anni – si legge in un articolo odierno – la tregua era stata prima firmata da Rai e Mediaset. Poi con gli anni si è aggiunta Sky. Ma nel 2015 tutto cambierà. Anzi, tutto sarà rivoluzionato. Anche con il possibile “trasferimento” in “chiaro” dell’emittente, ora a pagamento, di Murdoch".
Per il giornale che fa riferimento al gruppo L’Espresso – che, insieme al socio di maggioranza Telecom Italia, partecipa per il 30% al capitale del più grande operatore indipendente DTT italiano, Persidera (dove sono confluiti i 3 mux di TIMB e i due 2 di Rete A) – gli uomini del magnate australiano "hanno iniziato a valutare rischi e opportunità di una trasformazione completa di Sky Italia. Non una decisione per il momento ma un’opzione concreta. Che nella sostanza prevederebbe una graduale “gratuità” per una parte dei suoi canali. Seguendo di fatto le orme di Cielo e aumentando probabilmente la presenza anche sul digitale terrestre. Il quartier generale della pay-tv di certo vuole lanciare il guanto di sfida all’ex amico Silvio Berlusconi – spiega La Repubblica – Contemplando anche l’idea di competere sul suo stesso terreno. Contendendo spazi, audience e quote pubblicitarie. E quindi riaprendo una battaglia che sembrava ormai finita. La guerra è tra Murdoch e Berlusconi, ma inevitabilmente coinvolgerà anche la Rai. Certo, si tratta ancora di un’ipotesi e non ancora di una scelta. Eppure, le valutazioni della principale pay-tv italiana non sarebbero un fulmine a ciel sereno. Il mercato televisivo sta diventando sempre più complicato. La sua saturazione «tecnologica» è per tutti un dato di fatto. Aggravato negli ultimi anni dalla crisi economica e dalla flessione senza precedenti della raccolta pubblicitaria. Tutti i soggetti in competizione sono quindi alla ricerca di nuovi orizzonti. Anche perchè per il prossimo anno tutti dovranno fare i conti con un nuovo «competitor», Netflix. Il campione della tv su internet è già sbarcato in Germania e in Francia. E ora si prepara a «invadere» anche il nostro Paese. Con un’offerta sconfinata sui film e con canone piuttosto basso". Una serie di annotazioni ci paiono quanto mai opportune per debitamente contestualizzare la questione più a fondo di quanto potrebbe emergere dall’articolo de La Repubblica (qui per leggere il pezzo esteso). Telecom Italia aveva portato in dote nel matrimonio con L’Espresso per la creazione di Persidera l’accordo per la veicolazione sul carrier DTT di TIMB di 5 canali marchiati Sky (semmai detto contratto si fosse perfezionato, ovviamente). Dopo il lancio di Cielo, canale televisivo free-to-air sulla piattaforma DTT (di Rete A, cioè Gruppo L’Espresso), era stata infatti confermata nella primavera scorsa l’intenzione di Sky (ipotizzata da questo periodico ben oltre un anno e mezzo fa) di presidiare con determinazione la tecnologia trasmissiva numerica terrestre per integrare le piattaforme pay satellitari (dove Murdoch è indiscusso leader) e IP (per la quale Sky aveva siglato un accordo con Telecom Italia che entrerà a regime nel 2015 e che implicherà il lancio di un decoder unico basato sui tre vettori). Lo spazio sul DTT per trasmettere 5 marchi/palinsesti sarebbe stato prenotato da TIMB a un prezzo annuo di 20 milioni di euro, cioè 4 milioni di euro per canale, presumibilmente di ottima qualità, quindi pari a 4 MB/s (in linea quindi con il valore di mercato di 1 mln di euro a MB/s per il raggiungimento di 55 mln di abitanti, con costo contatto annuo di circa 0,018 euro per testa illuminata). Tale accordo dovrebbe sostituire il contratto di LA7 e La7d con Cairo Communication che scadrà nel 2016 e potrebbe sostenere la domanda di frequenze digitali in Italia dopo la recente mancanza di interesse per l’assegnazione delle frequenze DTT dal Ministero italiano dello Sviluppo Economico (solo Cairo aveva presentato un’offerta, aggiudicandosi poi l’assegnazione del Lotto 3) e generare 6-7 milioni di euro di ricavi aggiuntivi. Persidera dovrebbe generare circa 100 milioni di euro di fatturato annuo, con un ebitda che gli analisti di Banca Akros stimano intorno a 35 milioni di euro, escluse le potenziali sinergie (ma il calcolo era stato fatto tenendo conto del contratto con Cairo Communications per la veicolazione di La 7 e La7D). Telecom Italia si è riservata la possibilità di acquistare il diritto di utilizzo di una delle cinque frequenze controllate dalla nuova TIMB. "Il contratto con Sky aiuterà la newco a colmare la larghezza di banda disponibile e potenzialmente ad aumentare il valore della società che verrà dismessa", avevano precisato a giugno gli analisti di banca Akros. I tre multiplex di TI Media attualmente ospitano 19 canali, il che implica un utilizzo del 94% dei 65Mbps disponibili; per contro, i due multiplex di L’Espresso hanno un’ampia capacità inutilizzata (la società originariamente ha previsto di aumentare il numero dei canali ospitati dagli 8 di quest’anno a 12 nel 2018). I conti 2013 di TI Media implicano che ciascun canale genera in media 3,8 milioni di euro di ricavi annui. Ma per gli analisti di Banca Akros ci potrebbero essere forti sconti concessi a start-up o a situazioni particolari, legati sia alla fuoriuscita di Cairo dal mux e dal prossimo avvio della tecnologia DVB-T2, che aumenterà sensibilmente la banda a disposizione e quindi la competizione tra network provider. "Crediamo che Sky abbia scelto canali di alta qualità, tra cui, eventualmente, quelli ad alta definizione in modo che 20MBps possano essere un obiettivo ragionevole a medio termine", avevano aggiunto gli esponenti della banca d’affari a riguardo del deal con la società della news Corp. In prossimità delll’estate gli esperti di Banca Akros stimavano che questo avrebbe potuto implicare 15/20 milioni di euro a pieno regime di proventi annuali e 10 milioni di euro di contributo annuo a livello di margine operativo lordo. "La creazione di valore potenziale è fra 50 e 100 milioni, di cui il 70% attribuibile a TI Media. L’impatto sul nostro fair value della società è di oltre 0,3 euro per azione. Per cui il target price su TI Media sale da 1,35 a 1,55 euro e il rating da reduce ad accumulate", avevano concluso a Banca Akros. Più recentemente il Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia Media ha poi deciso di avviare il processo di collocazione sul mercato di Persidera. Lo ha comunicato la stessa Telecom Italia Media, informando che il CdA, "esaminato lo stato di avanzamento del processo di valorizzazione di Persidera", ha stabilito che "la valorizzazione avverrà attraverso un processo competitivo in cui Telecom Italia Media e Gruppo Editoriale l’Espresso (che detengono, rispettivamente, il 70 e il 30 per cento delle azioni di Persidera) saranno coadiuvati dagli advisor Mediobanca e Banca Imi". In vista dell’assunzione delle determinazioni inerenti al processo di valorizzazione, il Consiglio di Amministrazione ha costituito al proprio interno un apposito Comitato composto da Amministratori indipendenti di cui fanno parte il Lead Independent Director, Lorenzo Gorgoni, i Presidenti del Comitato per il controllo e i rischi e del Comitato per le nomine e la remunerazione, Paola Schwizer e Giuseppe Soda e il Consigliere Valeria Lattuada. Le attività del Comitato, che avranno natura consultiva e istruttoria, saranno coordinate dal Lead Independent Director. Persidera al momento, spiegava il gruppo tlc un paio di settimane fa, "è concentrata sull’implementazione del piano di integrazione con Rete A allo scopo di accelerare e massimizzare i benefici e le sinergie operative derivanti dalla sua fusione per incorporazione, che avrà effetto dal 1° dicembre 2014". (M.L. per NL)